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La figlia di Aniello Scarpati chiede giustizia: "Papà era un servitore dello Stato"

Domani la camera ardente alla caserma Nino Bixio di Napoli. La commozione di Sharon, figlia del poliziotto travolto da un Suv nella notte di Halloween a Torre del Greco: «Porto dentro di me i valori che mi ha insegnato. Le scelte di chi ha causato quella tragedia dovranno essere pagate».
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Napoli– "Esigo giustizia, anche tra anni. Sento dentro di me l’amore, la determinazione e i valori che papà ha seminato in me e nella nostra famiglia".

Con la voce spezzata ma ferma, Sharon Scarpati ricorda il padre Aniello, l’agente di polizia morto nella notte del 1º novembre in un tragico incidente a Torre del Greco. Un Suv ha travolto l’auto di servizio su cui viaggiava l’assistente capo coordinatore, impegnato in servizio. Per lui non c’è stato nulla da fare.

Intervistata dal programma Ore 14 su Rai 2, condotto da Milo Infante, la giovane ha affidato alla televisione tutto il suo dolore: "Sono paralizzata. Io e papà ci completavamo, lo porterò sempre con me. Mi diceva sempre che era fiero di essere un servitore dello Stato". Poi il ricordo dell’ultima notte insieme, prima che Aniello uscisse per l’ennesimo turno: «Era la notte di Halloween, si preparava per andare al lavoro. Mi ha detto “statte accuorta” e poi: “spero che passi presto questa nottata e che non succeda niente”.

Parole che oggi suonano come un presagio.

L’ultimo saluto

Domani, martedì 4 novembre, dalle ore 14 alle 20, sarà allestita la camera ardente presso la Caserma “Nino Bixio” del IV Reparto Mobile di Napoli, in via Monte di Dio 31.

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Mercoledì mattina, dalle 7, si potrà ancora rendere omaggio al feretro prima dei funerali, che saranno celebrati alle 10.30 nella Chiesa Evangelica ADI di via Frà Gregorio Carafa, nel capoluogo partenopeo.

L’assistente capo coordinatore Aniello Scarpati è caduto mentre svolgeva il suo dovere, simbolo di una dedizione totale al lavoro e allo Stato che aveva scelto di servire con orgoglio.

Il dolore e la dignità della famiglia

Nella mattinata di oggi, la famiglia Scarpati ha ricevuto la visita del prefetto di Napoli, Michele Di Bari, accompagnato dai vertici locali di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.
Un gesto di vicinanza istituzionale che Sharon ha accolto con gratitudine: «Allo Stato chiedo giustizia, a questo Stato che già ci sta aiutando tanto».

Il prefetto Di Bari ha descritto la famiglia Scarpati come «un esempio di grandissima dignità e forza interiore, mista a dolore e sofferenza. Una famiglia capace di respirare anche nel dolore più atroce – ha aggiunto – perché fondata su grandi valori. Ma affinché il dolore non sia sterile, dobbiamo trasformarlo in atti concreti e testimonianze».

"La Polizia era il suo riscatto"

Parlando ancora del padre, Sharon ha ricordato come per lui indossare la divisa non fosse solo un mestiere: "Papà diceva sempre di essere fiero di essere un servitore dello Stato. Per lui la Polizia era un riscatto personale. Era dedito al lavoro e amava quello che faceva".

E poi un pensiero pieno d’amore: Papà ha seminato in noi tante cose che forse ancora non siamo pronti a gestire. Ma ogni suo valore, ogni suo insegnamento, è già maturo dentro di noi".

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 3 Novembre 2025 - 18:26 - Rosaria Federico

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