Benevento – Un colpo di scena in aula: l'imprenditore 67enne di Airola, ex sottufficiale dei carabinieri, scagionato dall'accusa di aver "taroccato" migliaia di flaconi di igienizzante con alcol "nascosto".
Il GUP accoglie la difesa e archivia il caso.In un'udienza lampo al Tribunale di Benevento, il Giudice per le Udienze Preliminari (GUP) ha prosciolto con formula piena un 67enne di Airola, ex maresciallo dei Carabinieri e all'epoca rappresentante legale di una Srl specializzata nella produzione di sigarette elettroniche.
L'uomo, imputato in concorso con un'altra persona per frode in commercio e vendita di prodotti privi di autorizzazione, era al centro di un'indagine che odorava di inganno al vetriolo: accusato di aver immesso sul mercato 5mila flaconi di liquido igienizzante con una reale percentuale di alcol del 22%, ben oltre il 7,5% dichiarato sull'etichetta, e senza le necessarie certificazioni sanitarie.
La svolta è arrivata grazie alle argomentazioni stringenti dell'avvocato Vittorio Fucci, difensore dell'imprenditore, che ha smontato pezzo per pezzo le tesi dell'accusa.Potrebbe interessarti
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Il GUP, convinto dalle prove prodotte, ha accolto la richiesta di non luogo a procedere, chiudendo un capitolo che aveva tenuto col fiato sospeso l'imprenditore e il settore delle vape in Campania.
L'inchiesta, partita da controlli dell'Asl locale nel pieno dell'emergenza Covid, aveva puntato i riflettori su presunte irregolarità nella composizione dei prodotti, venduti come igienizzanti "sicuri" ma potenzialmente fuorvianti per il consumatore.
Per l'accusa, si trattava di un rischio per la salute pubblica; per la difesa, di un malinteso tecnico su etichettature e autorizzazioni, privo di elementi penalmente rilevanti. Oggi, l'assoluzione non solo riabilita l'ex maresciallo – che ha ripreso le redini della sua azienda – ma solleva interrogativi sul rigore dei controlli nel boom dei disinfettanti fai-da-te.






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