

Nell’immagine, un riferimento ai fatti narrati.
È bufera a Castellammare di Stabia dopo il maxi blitz della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli contro il clan D’Alessandro. Undici le misure cautelari eseguite ieri dalla Polizia, ma a far discutere è soprattutto un nome: quello di Gennaro Oscurato, consigliere comunale di maggioranza eletto con la lista civica “Stabia Rialzati”, schierata a sostegno del sindaco di centrosinistra Luigi Vicinanza.
Secondo quanto riportato nell’ordinanza, Oscurato avrebbe avuto contatti telefonici con un indagato ritenuto affiliato al clan e risulterebbe lontano parente di un altro destinatario delle misure cautelari.
Il consigliere, però, respinge ogni accusa: “Sono completamente estraneo a qualsiasi frequentazione camorristica”, ha dichiarato, precisando che la parentela con uno degli indagati è “lontana” e priva di qualunque rapporto personale.
Tra le voci più dure si alza quella dell’eurodeputato del Partito Democratico e consigliere comunale Sandro Ruotolo. “Castellammare vive un quadro preoccupante, invasa dal potere criminale che ne mina le fondamenta democratiche”, ha affermato.
Ruotolo ha ricordato il lavoro dell’Osservatorio stabiese contro la camorra e ha collegato l’attuale crisi politica ai sospetti di infiltrazioni durante le ultime elezioni comunali: “Non è reato essere parenti di un camorrista o chiedere voti, ma è moralmente inaccettabile”, ha dichiarato, chiedendo esplicitamente le dimissioni di Oscurato. E ha aggiunto: “In assenza di un passo indietro, valuterò anche le mie dimissioni dal Consiglio comunale”.
Durissimo anche l’ex sindaco Salvatore Vozza, portavoce del movimento Base Popolare Democratici e Progressisti. In un comunicato, ha denunciato la miopia della politica locale di fronte al radicamento camorristico.
“I gravi fatti di questi giorni dimostrano che non abbiamo imparato nulla dallo scioglimento per infiltrazioni mafiose e dai due anni di commissariamento”, ha affermato Vozza. “Castellammare non merita questa immagine: servono idee, coraggio e una nuova fase politica capace di guardare avanti”.
Ha poi invitato a convocare subito una riflessione in Aula e nella città, superando logiche di rimpasto e tatticismi: “Serve un azzeramento politico vero, non giochi di equilibrio. Solo così potremo salvare la consiliatura e restituire dignità a Castellammare”.
Netto anche il giudizio di Tonino Scala, segretario regionale di Sinistra Italiana. “Chi non combatte la camorra non può stare nelle istituzioni, punto”, ha affermato. “In una terra martoriata come la nostra, ogni esitazione diventa complicità. La neutralità è vigliaccheria”.
Scala ha parlato di “un intreccio torbido di affari, minacce e violenza che continua a condizionare la vita della città” e ha chiesto atti concreti e trasparenza assoluta da parte degli amministratori pubblici: “La camorra non si combatte con le parole ma con scelte nette. Castellammare ha bisogno di una rigenerazione morale prima ancora che politica”.
Il sindaco Luigi Vicinanza ha voluto ribadire la linea dell’amministrazione: “Etica, morale e trasparenza sono i cardini della mia azione politica – ha dichiarato –. Chi non si schiera apertamente contro il malaffare non può far parte della mia squadra”.
Vicinanza ha aggiunto che, al di là degli accertamenti della magistratura, esiste “un’esigenza di opportunità politica”: “Sui consiglieri e sull’attività del Comune non devono mai pesare comportamenti opachi. Non faremo un passo indietro davanti a chi vuole riportarci nel buio”.