Un totale di diciassette condanne per poco poù di 219 anni di carcere e un quadro complessivo alleggerito grazie al riconoscimento delle attenuanti generiche. Si è chiuso così, ieri mattina, davanti alla Corte d’Appello di Napoli, il secondo grado del processo contro il clan Sorianiello, storica consorteria del rione Traiano, al centro del maxi-blitz dei carabinieri che nel settembre 2024 aveva smantellato la rete di spaccio attiva nella famigerata “99”.
In primo grado, l’impianto accusatorio aveva retto con condanne che sfioravano complessivamente i tre secoli di carcere. In appello, però, i giudici hanno operato una decisa riduzione delle pene, accogliendo in larga parte le richieste delle difese e applicando non solo le attenuanti generiche ma, per diversi imputati, anche il vincolo della continuazione con precedenti sentenze.
L’inchiesta, coordinata dalla DDA, aveva documentato un collaudato sistema di smistamento di cocaina, hashish e crack, gestito con turnazioni, vedette e pusher dislocati nell’area popolare della “99”, trasformata in una piazza di spaccio a ciclo continuo.
A capo della riorganizzazione del clan, secondo gli investigatori, c’erano Alfredo Sorianiello, detto ’o biondo, e il figlio Simone: la loro “rinascita” criminale era stata fermata proprio dal blitz dell’autunno 2024, culminato con 29 misure cautelari per associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga e armi.
Il boss Sorianiello aveva scelto di non impugnare la sentenza di primo grado, rendendo definitiva la sua condanna a 20 anni.Potrebbe interessarti
Casamarciano, 18,500 euro al clan Russo per un pacchetto di voti. Indagato anche il sindaco di Cicciano
Camorra, latitante del clan Cesarano arrestato in provincia di Pisa
La camorra e l’accordo del silenzio: politica, voti e affari del clan Russo nell’Agro Nolano
Camorra, il patto tra i Russo e i Licciardi che fa tremare Napoli: 44 arresti
Il blitz di Settembre 2024 nella "99"
L’obiettivo è la “99”, l’isolato trasformato negli anni in una delle piazze di spaccio più redditizie e protette del quartiere.L’operazione, frutto di mesi di intercettazioni, appostamenti e acquisizioni video, porta all’esecuzione di 29 misure cautelari emesse dal gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Le accuse:associazione per delinquere di tipo mafioso,estorsione,associazione finalizzata al traffico di stupefacenti,detenzione e porto di armi,gestione continuativa di una piazza di spaccio attiva 24 ore su 24. A emergere è il ruolo centrale del clan Sorianiello, rifondato – secondo gli investigatori – da Alfredo Sorianiello, ‘o biondo, affiancato dal figlio Simone, che avrebbe coordinato turnazioni, vedette, stoccaggi e riscossioni.
Il blitz segna la fine dell’ultima stagione operativa del clan, ripiombato nel mirino della DDA dopo aver tentato di riprendere il controllo del territorio con modalità definite dagli inquirenti «militarizzate».
Clan Sorianiello: le condanne
Alfredo Sorianiello, detto ’o biondo – 20 anni (rinuncia all’appello, condanna definitiva in primo grado).
Giuseppe Mazzaccaro – 20 anni (in continuazione).
Antonio Ranieri – 16 anni.
Carmine Fenderico – 15 anni e 11 mesi (in continuazione).
Simone Cimarelli – 14 anni e 4 mesi (in continuazione).
Silvio De Rosa – 13 anni e 4 mesi (in continuazione).
Antonio Di Napoli – 11 anni e 6 mesi (in continuazione).
Nicola Caruso – 11 anni e 4 mesi.
Emanuele Bevilacqua – 11 anni.
Paolo Sansò – 11 anni e 1 mese (in continuazione).
Marco Mosella – 10 anni e 6 mesi (in continuazione).
Angelo Sansò – 10 anni (in continuazione).
Francesco De Pasquale – 10 anni.
Alfonso Sorrentino – 10 anni e 8 mesi.
Gennaro Volpe – 9 anni e 10 mesi.
Pasquale Forte – 9 anni e 8 mesi.
Antonio Marra – 7 anni e 1 mese.
Gabriele D’Ambrosi – 7 anni.
(nella foto in alto da sinistra Alfredo Sorianiello, Giuseppe Mazzaccaro, Antonio Ranieri, Carmine Fenderico e Paolo Sansò: in basso sempre da sinistra Simone Cimarelli, Silvio De Rosa, Emanuele Bevilacqua, Antonio Marra e Angelo Sansò)






Lascia un commento