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Video hard con la figlia del boss dietro l'agguato "d'onore" ai Quartieri che ferì il giovane calciatore

I due feriti del doppio agguato del 15 settembre scorso in via Conte di Mola ai Quartieri Spagnoli non erano i reali obiettivi della punizione
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Video hard con la figlia del boss: uno "sgarro" d'onore da lavare col sangue.

Una vendetta cieca che un mese fa ha mandato in ospedale, in fin di vita, un giovane calciatore innocente. E una contro-vendetta a colpi di pistola, in una faida interna che non risparmia nessuno.

All'alba di oggi, i Carabinieri della Compagnia Napoli Centro hanno stretto il cerchio attorno ai responsabili dell'agguato del 15 settembre scorso in via Conte di Mola, eseguendo quattro fermi disposti dalla DDA e dalla Procura per i Minorenni. In manette sono finiti un boss 46enne dei Quartieri Spagnoli (già ai domiciliari), suo figlio 17enne, una ragazza di 20 anni e un altro minore.

Il "peccato" del video hot

L'inchiesta ha svelato un retroscena che mescola malavita e dinamiche familiari deviate. A scatenare la pioggia di fuoco sarebbe stato un giovane del gruppo, legato sentimentalmente alla figlia minorenne del capoclan. Un affronto intollerabile per il boss: il ragazzo avrebbe mostrato ad altri degli espliciti video dei loro rapporti sessuali.

Un'umiliazione che, nella logica criminale dei Quartieri, esigeva una punizione esemplare. Il boss ha così organizzato un commando di morte.

L'agguato sbagliato: le pallottole per Umberto Catanzaro

Il 15 settembre, il commando entra in azione. In sella a uno scooter rubato ci sono tre persone: il boss 46enne, suo figlio 17enne e un terzo complice. L'obiettivo è la Smart su cui viaggia il ragazzo che ha diffuso i video.

Ma l'agguato è un disastro. Il commando crivella l'auto di colpi, ma il reale obiettivo resta illeso. A pagare il prezzo più alto è l'amico che siede accanto a lui: il giovane calciatore Umberto Catanzaro, estraneo a quelle dinamiche, che viene raggiunto da diversi proiettili e ricoverato in condizioni gravissime.

L'agguato doveva essere ancora più massiccio: un secondo scooter con a bordo altri due giovani (tra cui un altro 17enne) era pronto a intervenire, ma arrivò sul posto a cose già fatte.

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La vendetta e gli arresti

Scampato miracolosamente alla morte, il vero obiettivo del boss non si è rivolto allo Stato, ma ha messo in atto la sua vendetta personale. Si è recato sotto l'abitazione della fidanzata di uno degli uomini del boss e lo ha ferito a colpi di pistola alle gambe.

Il destino è beffardo: l'uomo "gambizzato" era proprio uno dei due 17enni che erano arrivati in ritardo sul luogo dell'agguato contro di lui.

Le indagini serrate dei Carabinieri hanno ricostruito l'intera, vorticosa catena di violenza. I fermi di oggi sono scattati anche per il pericolo di fuga: il boss 46enne, secondo gli inquirenti, era pronto a scappare in Spagna.

Tra i fermati c'è anche il figlio 17enne del boss, un volto già noto alle cronache: lo scorso dicembre fu tra i giovani coinvolti nel goffo tentativo di furto dell'albero di Natale nella Galleria Principe di Napoli. Ieri rubava addobbi, oggi è accusato di aver partecipato a un agguato omicida.

A casa del boss i carabinieri hanno sequestrato un impianto con 18 telecemare, un mitra, droga, soldi e una catena in oro con crocifisso del valore di 150mila euro

Durante le operazioni di esecuzione dei fermi, i carabinieri hanno sequestrato un impianto di videosorveglianza composto da 18 telecamere a copertura di una vasta area dei Quartieri Spagnoli; 13 grammi di marijuana in un involucro; 6 grammi di marijuana divisi in due involucri; 41 grammi di cocaina divisi in 3 involucri; 5 grammi di anfetamina di tipo 2C-B (nota come cocaina rosa) in un involucro; materiale per il confezionamento dello stupefacente.

E ancora 2 dispositivi elettronici per la bonifica da sorgenti elettriche e radiotrasmittenti; 536 dollari americani in banconote di piccolo e medio taglio; 12.400 euro in contanti, anch'essi in banconote di piccolo e medio taglio; una collana con crocifisso in oro giallo del peso di 124 grammi; un fucile mitragliatore a replica ad aria compressa, privo del prescritto tappo rosso; 60 ordigni esplosivi artigianali ad alto potenziale, per un peso complessivo di 2,5 kg; un orologio imitazione Rolex; e uno degli scooter utilizzati durante l'agguato.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 19 Ottobre 2025 - 11:32 - Giuseppe Del Gaudio

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