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Vendetta per il video hot ai Quartieri Spagnoli, in cella anche il boss e il figlio minorenne

Un raid punitivo nato da un video hard diffuso sui social si trasforma in un inferno di piombo: due agguati in poche ore, quattro arresti tra cui una 23enne e due minorenni. Ferito gravemente il giovane calciatore Umberto Catanzaro estraneo alla contesa
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Napoli - Una vendetta “di famiglia”, un regolamento di conti nato da un video hard, una notte di fuoco tra i vicoli più densi e difficili di Napoli.

Ai Quartieri Spagnoli, tra via Conte di Mola e Montecalvario, il 15 settembre scorso si è consumata una doppia azione armata in pieno stile camorristico: due agguati nel giro di un’ora, un ferito grave e quattro persone arrestate — tra cui due minorenni, uno dei quali figlio del ras che avrebbe ordinato la spedizione punitiva.

Dietro la sparatoria, una storia che ha il sapore amaro della vendetta privata e dell’onore violato: tutto sarebbe nato da un video hot girato da I. C. (che compirà 18 anni tra poco) con la sua ex fidanzata, figlia proprio del boss che ha poi ordinato la punizione.

La notte del sangue

È l’alba del 15 settembre, le stradine dei Quartieri sono ancora semideserte. Una Smart Forfour nera percorre via Conte di Mola: a bordo ci sono I.C., il vero obiettivo, e Umberto Catanzaro, un giovane calciatore. Dal buio spuntano tre uomini mascherati, il volto coperto da passamontagna neri con nasi adunchi e occhi scuri. Indossano giubbotti impermeabili neri, ai piedi sneakers da corsa.

Pochi secondi, e parte l’inferno: colpi di pistola, vetri in frantumi, urla. Ma la mira tradisce i killer: Casola riesce a fuggire, mentre Catanzaro viene colpito e resta a terra, gravemente ferito. Il commando scompare tra i vicoli, lasciandosi dietro un tappeto di bossoli e sangue. Il giovane calciatore, nonostante le gravi ferite, riesce a raggiungere la casa del suocero che abita nelle vicinanze e si fa accompagfnare in ospedale

La vendetta immediata

Appena scampato all’agguato, I.C. che sui social si mostra con atteggiagamenti da bullo e grosse catene in oro al collo,  non chiama la polizia. Fa ciò che nei codici di strada è “legge”: si arma e va a cercare vendetta.

Alle 5.22, poco più di un’ora dopo, un altro quartiere — Montecalvario — diventa teatro del secondo scontro. I.C. entra in un basso dove vive la fidanzata di un affiliato del presunto boss mandante del primo raid.

Apre il fuoco: colpisce alle gambe L.

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D.L., indicato come uno dei giovani legati al gruppo rivale. Una rappresaglia fulminea e rabbiosa, che provoca anche il malore di una donna presente nell’abitazione.

Una notte di paura, un “botta e risposta” in perfetto stile pulp, con pistole, maschere e vendette personali calate in un contesto criminale.

L’indagine dei Carabinieri

Il caso, fin dall’alba, finisce sul tavolo dei Carabinieri della Compagnia Napoli Centro, che ricostruiscono l’intera vicenda grazie a intercettazioni, testimonianze e confidenze di quartiere.

Determinante il contributo di una studentessa universitaria svegliata dai colpi di pistola del primo agguato.

Gli investigatori scoprono il retroscena: dietro il primo raid c’è la mano di un 46enne legato al clan Mazzarella, spalleggiato da una 23enne (A.N.), accusata di aver fornito supporto logistico e copertura al commando, offrendo un B&B come rifugio per disfarsi delle armi e dei giubbotti usati nell’agguato.

Con loro finiscono in cella i due minorenni, tra cui il figlio del boss mandante, arrivati sul luogo della sparatoria con qualche minuto di ritardo e lo stesso I. C. che poi era il vero obiettivo dell'agguato.

Una giovane camorra che cresce nei vicoli

Il quadro emerso dall’indagine racconta una camorra giovane, rabbiosa, tecnologica, dove il confine tra vendetta privata e dinamiche criminali è sempre più sottile.

Non a caso, uno dei minorenni coinvolti era già noto alle cronache: anni fa, si rese protagonista del furto dell’Albero di Natale in Galleria Umberto, episodio che fece il giro dei media. Dalla bravata infantile al sangue nei vicoli: la parabola nera di una generazione cresciuta nel culto dell’arma e del rispetto criminale.

Due agguati in meno di due ore, armi, maschere, vendette e un video hard come scintilla.
Una storia che riassume, tragicamente, le contraddizioni dei Quartieri Spagnoli: un luogo dove la vita e la morte si incrociano in un vicoletto, e dove l’onore ferito può ancora costare una pallottola.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 19 Ottobre 2025 - 17:10 - Giuseppe Del Gaudio

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