Nella mattinata odierna, un’operazione dei Carabinieri della Compagnia di Sorrento ha portato all’applicazione di una misura cautelare nei confronti di due giovani, un 21enne e un 19enne, gravemente indiziati di tentata truffa aggravata.
Il provvedimento, un obbligo di dimora nel Comune di residenza, è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della locale Procura della Repubblica.
I fatti risalgono al 15 aprile 2025 a Piano di Sorrento e sono stati ricostruiti grazie all'attività d'indagine condotta dai Carabinieri della Stazione di Piano di Sorrento. Secondo l'accusa, i due indagati avrebbero tentato di raggirare una donna di 60 anni, utilizzando il collaudato ma sempre efficace espediente della "truffa del parente in pericolo".
Gli artefici del raggiro si sarebbero qualificati come appartenenti all'Arma dei Carabinieri, rappresentando alla vittima una situazione di grave e falso pericolo: il fratello della 60enne avrebbe investito una ragazza, riducendola in fin di vita.
Per evitare l'arresto del congiunto, la donna avrebbe dovuto consegnare immediatamente una cospicua somma di denaro, precisamente 9.Potrebbe interessarti
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La reazione che ha fatto scattare il blitz
Determinante per sventare il raggiro è stata la pronta reazione del compagno della donna. Accortosi della probabile truffa in atto, l'uomo ha allertato tempestivamente i Carabinieri. I militari, con grande prontezza operativa, si sono immediatamente appostati nelle vicinanze dell'abitazione della vittima.
L'appostamento ha permesso di individuare e bloccare i due giovani sospetti. Dai primi riscontri, è emerso che uno dei fermati era già pregiudicato per il medesimo reato, mentre l'altro risultava incensurato, suggerendo l'esistenza di un gruppo criminale specializzato in questa tipologia di frodi.
Le successive indagini hanno rafforzato il quadro indiziario. L'esame dei telefoni cellulari sequestrati ai due indagati ha rivelato ulteriori elementi, tra cui conversazioni che li collegavano a un terzo soggetto, tuttora non identificato, il quale forniva indicazioni operative precise, inclusi dettagli sull'abitazione della vittima e sulla condotta da tenere durante il tentativo di truffa.
Il G.I.P., valutando la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari – ovvero il pericolo che i due potessero reiterare il reato – ha disposto nei confronti di entrambi la misura dell'obbligo di dimora nel Comune di residenza, in attesa degli ulteriori sviluppi processuali. Le indagini proseguono per risalire all'identità del terzo complice.





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