

Nella foto, un elemento rappresentativo della vicenda.
La notizia dell’arrivo di Luciano Spalletti alla Juventus era destinata a scatenare un terremoto. E così è stato. Ma a sorprendere, questa volta, è la maturità del tifo napoletano, diviso ma in gran parte riconoscente verso l’uomo che, solo due anni fa, aveva riportato lo scudetto sotto il Vesuvio dopo trentatré lunghissimi anni.
Sui social si alternano rabbia, nostalgia e rispetto. “È un professionista, ci sta che vada alla Juve. Sarò sempre grato a Spalletti”, scrive Ciro su X, ricordando il tecnico che si era tatuato sul braccio il tricolore conquistato con il Napoli. C’è chi, come Anna, invita a non cadere nel “provincialismo”: “Ragazzi, smettiamola, noi abbiamo un gobbo in panchina”, dice alludendo ad Antonio Conte.
Non mancano, però, i più delusi. “Non è tanto che vada alla Juve — commenta un altro tifoso — ma certe parole, certi giuramenti non si dimenticano”. Eppure, la maggioranza sembra guardare oltre. “Spiegatemi perché non dovrebbe farlo, è un lavoro. Conte era juventino e ora tifa Napoli: funziona così”, scrive un utente che si firma “Napoletano del Nord”.
Tra chi lo difende e chi lo contesta, una cosa resta chiara: per la Napoli che ha vissuto la notte del terzo scudetto, Spalletti sarà sempre parte della storia. “Non mi importa quale squadra alleni — scrive un tifoso — resterà per sempre uno di noi. La Napoli buona ti vorrà sempre bene”.
Per molti, fischiare la Juve sarà inevitabile. Ma fischiare Spalletti, quello no: il rispetto per chi ha riscritto la storia del Napoli resta intatto, anche da avversario.