
: Pompei, la maledizione del "souvenir": l'ennesimo furto sventato
Sottotitolo: Un turista polacco di 40 anni bloccato all'uscita con frammenti archeologici nello zaino. Ai Carabinieri si giustifica: "Non sapevo fosse illegale, volevo un ricordo". Denunciato.
POMPEI – Non è il primo e, purtroppo, c'è da scommettere che non sarà l'ultimo. Il Parco Archeologico di Pompei continua a essere preda di visitatori senza scrupoli, più interessati a un feticcio da esporre in salotto che al rispetto di un patrimonio mondiale. L'ultimo episodio di una lunga e triste serie si è consumato ieri e ha visto come protagonista un turista polacco di 40 anni, la cui visita si è conclusa con una denuncia per furto aggravato.
La scena è quella tristemente nota. Un uomo, reso vistoso da un cappello ornato di piuma, è stato notato dal personale di sicurezza mentre si aggirava con fare sospetto lungo la strada nei pressi dell’Anfiteatro.
Con gesti apparentemente innocui, si chinava per raccogliere alcuni cocci e frammenti di pietra pompeiana, facendoli scivolare rapidamente nello zaino.Potrebbe interessarti
Quello che il 40enne non sapeva è che la stretta collaborazione tra la direzione del Parco, il personale di vigilanza e i Carabinieri ha creato una rete di controllo ormai rodata. Proprio la sicurezza interna, notati i movimenti dell'uomo, ha immediatamente allertato i militari del Posto Fisso del sito.
All'uscita di Piazza Esedra, il turista è stato fermato per un controllo. Visibilmente teso, ha prima tentennato, ma di fronte alla richiesta specifica di mostrare il contenuto dello zaino, ha dovuto ammettere.
La giustificazione addotta è il logoro copione di chi viene colto in flagrante: "Volevo solo un ricordo della città sepolta dalle ceneri del Vesuvio", avrebbe detto ai militari, sostenendo di non sapere che raccogliere quei frammenti fosse illegale.
Una scusa che non regge di fronte ai divieti espliciti presenti in tutto il sito. Il furto di reperti, anche se apparentemente insignificanti come una pietra o un coccio, costituisce un danno inestimabile. Si tratta di un saccheggio lento e costante che, pezzo dopo pezzo, sottrae materiale di studio e contesto a un sito unico al mondo.
I reperti sono stati immediatamente recuperati e restituiti alla direzione del Parco Archeologico per la ricollocazione. Per il turista polacco, invece, la vacanza italiana si è conclusa con una denuncia a piede libero per furto aggravato. Un "ricordo" che, si spera, gli sarà da lezione.
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