Nola – Una notte di terrore ha squarciato il velo di apparente normalità nella stazione ferroviaria di Nola, crocevia di pendolari e studenti nel cuore dell'agro nolano.
Sabato sera, intorno alle 23, un gruppo di almeno cinque giovani ha aggredito con inaudita ferocia un uomo privo di documenti, probabilmente di origine nordafricana e senza fissa dimora. Colpi di calci, pugni e bastoni: una violenza cieca e gratuita che ha lasciato la vittima riversa sul marciapiede, con il volto tumefatto e una lesione polmonare che ne ha compromesso la respirazione.
L'episodio, avvenuto in una zona nota per il degrado e l'insicurezza notturna, ha riacceso i riflettori su un problema annoso: la devianza giovanile che si abbatte sui più deboli, trasformando la diversità in un bersaglio facile.
Secondo le prime ricostruzioni della polizia, l'aggressione potrebbe essere stata motivata da un rigurgito di odio razziale, un'ipotesi che emerge dalle testimonianze raccolte e dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza.
"Colpevole solo di esistere ai margini", come ha commentato amaramente un volontario della Caritas locale, che conosceva la vittima di vista per le distribuzioni serali di cibo.L'intervento eroico e il salvataggio in extremisLe urla strazianti della vittima hanno perforato il silenzio della notte, attirando l'attenzione di un sorvegliante di un cantiere edile adiacente alla stazione.
Con un coraggio che ha fatto la differenza, l'uomo – un 52enne del posto che ha preferito l'anonimato per timore di ritorsioni – si è precipitato sul luogo, urlando e brandendo una torcia per disperdere il branco.
"Ho visto cinque ombre che lo stavano calpestando come un sacco dell'immondizia", ha raccontato ai poliziotti, la voce ancora tremante.Potrebbe interessarti
Somma Vesuviana, tragedia sulla Statale 268: muore a 27 anni il motociclista Claudio Paone
Tassisti napoletani in rivolta: "Maratona un disastro, sciopero il 23 ottobre inevitabile"
Napoli, colpo ai pusher di corso Protopisani: sequestrati 6 panetti di hashish e munizioni
Lettera aperta al Sindaco Manfredi: "Corso Umberto I non è più Napoli: è il Bronx”
Immediatamente, il sorvegliante ha chiamato il 118: l'ambulanza è arrivata in pochi minuti, trasportando il ferito d'urgenza all'ospedale di Nola.Le condizioni dell'uomo, stimato intorno ai 40-45 anni, rimangono gravi. Ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione, soffre di multiple contusioni al volto, fratture nasali e una contusione polmonare che ha richiesto ossigenoterapia.
La vittima, ancora non identificata formalmente per mancanza di documenti, è stata descritta dai medici come "un corpo martoriato dalla strada, ma con una tempra che lo ha tenuto in vita".
Le indagini puntano ora a ricostruire il suo percorso: si ipotizza che fosse un migrante irregolare, in Italia da tempo, che bazzicava la stazione per trovare riparo o un pasto caldo.La caccia al branco: telecamere e testimonianze al vaglioGli agenti del commissariato di Nola, guidati dal vicequestore aggiunto Maria Grazia Esposito, sono al lavoro senza sosta. Le telecamere della stazione e di un esercizio commerciale vicino hanno catturato frammenti dell'aggressione: volti sfocati, ma movimenti riconoscibili che potrebbero inchiodare i responsabili.
Il gruppo, secondo le prime descrizioni, era "ben organizzato, come in una spedizione punitiva", e uno dei ragazzi portava un cappuccio con il logo di una squadra di calcio locale, un indizio che potrebbe accelerare le identificazioni.L'inchiesta, coordinata dalla procura di Nola, privilegia l'ipotesi dell'odio razziale: la vittima sarebbe stata apostrofata con insulti xenofobi prima dell'assalto.
L'eco del passato: il fantasma di Sasha e la ferita aperta di Nola
Questo raid brutale rievoca un capitolo nerissimo della storia locale, datato 2015. Dieci anni fa, proprio nei pressi della stazione, un altro senzatetto – Sasha, un cittadino ceco di 38 anni – fu massacrato da un branco di giovani ubriachi.
Calci e pugni fino a ridurlo in fin di vita: Sasha sopravvisse per miracolo, ma l'episodio scatenò un'onda di indignazione collettiva. La città si mobilitò con veglie e petizioni, e i colpevoli – quattro minorenni – finirono in comunità.
Lascia un commento