Cronaca Napoli

Napoli, raffica di interdittive antimafia: 101 imprese fermate in 9 mesi

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Napoli– Centouno interdittive antimafia in appena nove mesi. È il bilancio tracciato dalla Prefettura di Napoli sull’attività di prevenzione svolta nel 2025 per contrastare i tentativi della criminalità organizzata di infiltrarsi nell’economia legale.

Il dato, reso noto dal prefetto Michele di Bari, conferma come il tessuto imprenditoriale partenopeo e dell’area metropolitana continui a rappresentare un terreno particolarmente appetibile per i clan. Gli ultimi dodici provvedimenti interdittivi sono stati firmati nei giorni scorsi e hanno colpito imprese attive nei settori più disparati: dalla gestione degli impianti sportivi alla ristorazione, dall’agricoltura alla guardiania privata, fino all’edilizia, al commercio immobiliare e al mercato di auto e moto.

I settori più a rischio: edilizia e ristorazione

Dall’analisi dei provvedimenti emerge che il comparto più colpito è quello dell’edilizia, con 23 interdittive. Un settore “sensibile”, sottolineano gli investigatori, perché tradizionalmente soggetto a condizionamenti da parte della criminalità organizzata e spesso al centro dei grandi flussi di finanziamenti pubblici.
Particolarmente esposto anche il settore della ristorazione, destinatario di 16 interdittive. Secondo la Prefettura, i ristoranti e le attività legate alla preparazione e somministrazione di alimenti costituiscono un canale privilegiato per il riciclaggio di denaro illecito: l’uso diffuso di contanti, la presenza di lavoro irregolare e strutture societarie poco trasparenti sono tra i principali fattori di rischio.

Prevenzione collaborativa: 17 aziende “recuperabili”

Accanto ai provvedimenti più duri, la Prefettura ha adottato anche 17 misure di prevenzione collaborativa (articolo 94 bis del Codice antimafia). In questi casi le imprese non sono state interdette, ma sottoposte a un percorso di affiancamento e vigilanza per un anno, con l’obiettivo di riportarle nell’alveo della legalità.
Il sistema prevede la nomina, tramite sorteggio dall’Albo nazionale degli amministratori giudiziari, di professionisti esperti in gestione aziendale che seguono le imprese, monitorano l’attuazione delle misure correttive e relazionano periodicamente al prefetto. Le attività interessate riguardano soprattutto l’edilizia (12 casi), ma anche il commercio e la produzione alimentare.

Controlli nei cantieri e fondi Pnrr sotto osservazione

Un’attenzione particolare è rivolta ai cantieri, soprattutto quelli finanziati con fondi pubblici. Nel 2025 il Prefetto di Bari ha disposto sette accessi ispettivi in altrettanti siti di costruzione – alcuni relativi a grandi opere, altri legati al Pnrr – e un accesso alla sede di una società. I controlli, condotti dal Gruppo interforze, hanno riguardato documentazione amministrativa, mezzi, maestranze e società coinvolte.

“Il lavoro di prevenzione antimafia – ha spiegato il prefetto – si fonda su un’attività continua di osservazione e analisi dei dati, con l’obiettivo di colpire le infiltrazioni prima che possano consolidarsi nei circuiti economici”.

Il quadro tracciato dalla Prefettura conferma come il rischio di condizionamento criminale resti elevato e diffuso in diversi comparti, ma mostra anche la crescente capacità di monitoraggio e intervento dello Stato, che mira non solo a escludere le imprese colluse, ma anche a recuperare quelle ancora sanabili.

Articolo pubblicato il 1 Ottobre 2025 - 16:15 - A. Carlino

Leggi i commenti

  • Il articolo parla di una tematica molto impurtante e serie. La presenza della criminalità organizzata nel settore imprenditoriale è un problema che deve essere affrontato con serietà. Si vede che le misure di prevenzione sono necessarie.

    • È evidente che la situazione in Napoli è molto complessa e richiede attenzione da parte delle autorità. I dati presentati mostrano un impegno, ma ci sono ancora molte sfide da superare per garantire la legalità.

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A. Carlino