Napoli – Non solo celle sovraffollate e tensione alle stelle: l'emergenza carceraria italiana, e in particolare quella della Campania, svela un lato oscuro che tocca la dignità e la sicurezza sul lavoro persino degli agenti di custodia.
L'ultima denuncia, lanciata dalla Consipe (Confederazione Sindacati Penitenziari), è un atto di accusa durissimo che mette a nudo lo stato di degrado in cui versano le strutture.
Poggioreale: degrado nel piatto
Il cuore della protesta è il carcere di Poggioreale, uno degli istituti più critici della regione per il cronico sovraffollamento. Qui, la situazione nelle mense del personale ha toccato il fondo. Il vicepresidente Consipe, Luigi Castaldo, ha puntato il dito contro "episodi di infestazione da blatte e altri insetti" negli spazi destinati alla consumazione dei pasti.
"Una situazione indecorosa e inaccettabile", ribadisce Castaldo, che ha spinto parte del personale della Polizia Penitenziaria a astenendosi dal consumo dei pasti. Non si tratta solo di pasti scadenti e risorse insufficienti, un problema diffuso in tutta Italia, ma di una palese violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro. L'esasperazione degli agenti è il risultato di anni di "disattenzione e da politiche di risparmio contrarie al benessere del personale".
Carceri in Campania: un sistema al collasso
La denuncia della Consipe si inserisce nel contesto di una crisi carceraria che in Campania ha proporzioni drammatiche. I problemi della mensa di Poggioreale sono un sintomo del malfunzionamento sistemico:
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Carenza di Personale: La Polizia Penitenziaria opera con un organico drasticamente sottodimensionato. La mancanza di risorse umane costringe gli agenti a turni massacranti, peggiorando la qualità del servizio e, come dimostra il caso delle mense, le loro condizioni di lavoro.
Strutture Obsolete: Gran parte delle carceri, inclusa Poggioreale, sono edifici datati e spesso fatiscenti, dove gli interventi di manutenzione sono insufficienti a garantire standard minimi di decoro e salubrità.
Il sindacato non chiede solo una soluzione tampone, ma l'apertura di un focus nazionale sul servizio mensa, con una particolare attenzione agli istituti campani. L'obiettivo è quello di confrontare la gestione con le mense di altre amministrazioni dello Stato, dove "una gestione più efficiente garantisce pasti decorosi, qualitativamente e quantitativamente migliori".
La posta in gioco è alta: la dignità e la salute delle donne e degli uomini in divisa che ogni giorno, nonostante le condizioni proibitive, garantiscono la sicurezza all'interno delle mura penitenziarie.
Il messaggio di Castaldo è un ultimatum: la Consipe auspica "interventi urgenti, concreti e risolutivi". In caso contrario, saranno perseguite "tutte le vie legali previste, a tutela dei diritti e della salute dei lavoratori". Un'emergenza igienico-sanitaria che si somma all'emergenza strutturale, rendendo il sistema carcerario italiano una vera e propria polveriera sociale e lavorativa.
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