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Fermerci: Attenzione a Svizzera e Germania, trasporto merci su rotaia a rischio

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Roma. Il trasporto di merci su ferro, via treno, è la modalità di trasporto più sostenibile, con minori emissioni. E' anche la più sicura, perché le autostrade intasate da tir comportano rischi immediati, di incidente, e nel tempo, in termini di conseguenze sanitarie legate alla qualità dell'aria. E' anche la più conveniente, e le grandi aziende lo sanno, rivolgendosi sempre di più ad aziende del trasporto ferroviario. Si devono però creare le condizioni per sviluppare sempre di più questa modalità, favorendola, con in necessario e indispensabile supporto pubblico. Di tutto questo si occupa Fermerci, associazione di sistema che rappresenta tutti gli attori del settore logistico ferroviario: imprese ferroviarie, terminal ferroviari, operatori multimodali, operatori di ultimo miglio ferroviario, costruttori e detentori di veicoli ferroviari, centri di formazione del personale nel settore ferroviario. La rilevanza di Fermerci emerge dai numeri: 74 associati, 3 miliardi di fatturato aggregato, 12 mila addetti, 2 miliardi di investimenti previsti. A settembre 2025 le imprese aderenti a Fermerci hanno rappresentato il 77% dei volumi di traffico sulla rete nazionale.

I temi del trasporto merce ferroviario saranno al centro dell'evento annuale di Mercintreno (www.mercintreno.ithttps://www.mercintreno.it), il Forum nazionale per la promozione del trasporto ferroviario delle merci nato nel 2009 per contribuire allo sviluppo del settore e al miglioramento della sua efficienza, a una sua maggiore valorizzazione e per sensibilizzare le istituzioni, gli stakeholder del comparto e l'opinione pubblica sui valori ambientali, sociali ed economici del trasporto ferroviario delle merci. L'appuntamento è per il 15 ottobre a Roma, alla sede del Cnel.

Sul tavolo di Mercintreno, tra i vari momenti di riflessione ci sono due temi di scottante attualità che riguardano le reti ferroviarie di Svizzera e la Germania. "Sono due questioni molto serie che rischiano di causare grossi problemi all'export italiano", avverte Giuseppe Rizzi, direttore generale Fermerci, parlando con la Dire.

"Rischiamo una "tempesta continua" a causa della fragilità di un sistema che subisce sia contingenze che situazioni prevedibili- spiega Rizzi- Sui valichi alpini abbiamo una situazione che potrebbe avere i suoi effetti da inizio anno prossimo, se non verrà cambiato il provvedimento dell'Ufficio federale dei Trasporti svizzero". Stiamo parlando di "una Decisione dell'Uft che rischia di mettere fuori esercizio buona parte se non la maggior parte dei carri ferroviari nell'attraversamento della Svizzera". In sostanza l'Uft non accetta determinate tecnologie di cui sono dotati carri ferroviari, "già ammodernati o costruiti ex novo che nel resto d'Europa circolano senza problemi". Il fatto è che "se a inizio anno prossimo dovesse essere attuato il provvedimento si renderebbe inutilizzabile buona parte delle flotte circolanti nella direttrice Nord-Sud Europa", spiega il dg Fermerci, "anche volendo attrezzarli secondo le richieste elvetiche sarebbe impossibile riuscire a sistemare i carri prima della fine dell'anno". Attualmente è in corso "una valutazione da parte dell'Ufficio federale dei Trasporti svizzero a seguito delle istanze dei numerosi portatori di interesse", dice Rizzi, "attendiamo fiduciosi". Al Forum Mercintreno tra gli altri saranno presenti ben due rappresentanti dell'Uft con i quali interloquiranno gli operatori italiani.

Una grana che si spera di risolvere, ma non finisce qui. La Germania. Per svolgere opere ferroviarie finanziate in parte dal Next Generation Eu, quello che in Italia chiamiamo Pnrr, e in parte da governo federale, chiuderà per lavori vaste tratte ferroviarie, intere linee, in un periodo che va dal 2026 al 2032. Non traffico limitato e ridotto, chiusura totale fino a fine lavori. "Mi auguro tutto ciò venga mitigato il più possibile- auspica il dg Fermerci- Saranno interessate circa 40 linee con un'interruzione di 5 mesi ognuna. A differenza di come fa in Italia Rfi che sta gestendo al meglio la situazione, in presenza di notevoli disagi per gli operatori ferroviari e per i clienti del settore merci, lasciando passare i treni alternando i lavori nel tempo e offrendo alternative", in Germania "questo non accade e l'interruzione è totale, per 5 mesi previsti per ogni linea non si passa".

"Stiamo parlando di linee che in alcuni casi sono vitali per il traffico ferroviario merci europeo e non solo tedesco, linee del Corridoio europeo Nord-Sud, passando dalle aree più produttive d'Europa- avverte Giuseppe Rizzi, direttore generale Fermerci- il corridoio principale d'Europa". Ecco, "nei prossimi anni le linee ferroviarie nella parte tedesca di questo corridoio saranno interrotte", sottolinea, "senza soluzioni o con soluzioni proposte dalla rete tedesca estremamente disagianti per gli operatori: parliamo di incrementi di kilometraggio, in alcuni casi, fino anche il 400%". Tutto questo "aumenterà i costi e renderà non competitiva la modalità ferroviaria merci con un danno alle imprese", mette in evidenza Rizzi. Per affrontare il tema "come associazione stiamo avendo interlocuzioni con tutti i decisori istituzionali preposti e la prima richiesta è in un maggiore coordinamento fra Gestori dell'Infrastruttura Ferroviaria dei Paesi europei", dice il dg Fermerci, "questo dimostra come il trasporto ferroviario merci sia un tema di interesse europeo e non solo nazionale".

Temi che non interessano solo le aziende del trasporto ma tutto il Paese, vista la nostra vocazione manifatturiera che si esprime sui mercati del Nord Europa, e se le linee si interrompono le conseguenze vanno ben oltre il comparto. Di tutto questo si parlerà a Mercintreno.

Il programma su www.mercintreno.it.

Articolo pubblicato il 10 Ottobre 2025 - 13:20 - Vincenzo Scarpa
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Vincenzo Scarpa

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