Cronaca Giudiziaria
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1 Ottobre 2025 - 08:13

Duplice omicidio di Paupisi, Ocone ha confessato ma non ha spiegato perché lo ha fatto

Di Giuseppe Del Gaudio

Campobasso– "Ha confessato". Con queste parole, asciutte e gravide di un orrore che la comunità stenta a digerire, il procuratore di Benevento, Gianfranco Scarfò, ha annunciato nella notte la resa dei conti di Salvatore Ocone, il 54enne accusato di aver compiuto una strage familiare a Paupisi, nel Beneventano, uccidendo la moglie e il figlio Cosimo 15enne e tentando di uccidere la figlia 16enne, Antonia Natale.

La drammatica giornata di sangue si è conclusa con un fermo di polizia giudiziaria e una confessione piena sui fatti, ma con un profondo mistero che ancora avvolge le ragioni del gesto.

Dopo una caccia all'uomo durata ore, l'uomo è stato catturato nelle campagne di Ferrazzano, in Molise, e condotto nella caserma dei Carabinieri di Campobasso per l'interrogatorio con il procuratore Scarfò.

La notte della verità e del dolore

"È stata data esecuzione a un fermo da parte della Procura di Benevento nei confronti di questa persona per duplice omicidio aggravato, tentato omicidio e sequestro di persona. È stato sottoposto a interrogatorio e sui fatti ha reso confessione".

Così il procuratore Scarfò, visibilmente scosso, ha riassunto l'esito dell'interrogatorio durato circa un'ora e mezza, prima di lasciare la caserma nella notte fonda. Sulle dinamiche e, soprattutto, sulle motivazioni che hanno spinto un padre a trasformarsi in un carnefice, il magistrato ha preferito un prudente silenzio: "Su tutti gli altri particolari della vicenda non è il momento di parlarne, non è opportuno. Dobbiamo fare tutti gli approfondimenti, sulle motivazioni dobbiamo ancora investigare".

Le indagini, quindi, sono solo all'inizio. L'obiettivo è ora ricostruire il movente di un delitto che ha sconvolto la piccola comunità di Paupisi e lasciato una famiglia distrutta.

Le vittime e la figlia in gravi condizioni

Mentre Ocone, al termine dell'interrogatorio, veniva trasferito nel carcere di Campobasso, i pensieri del procuratore e delle forze dell'ordine andavano all'unica sopravvissuta alla furia omicida: Antonia Natalia, la figlia sedicenne di Ocone. La ragazza, ferita gravemente alla testa, è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico presso la clinica Neuromed di Pozzilli (Isernia). Le sue condizioni rimangono gravissime e al momento è ricoverata in terapia intensiva, tra la vita e la morte.

"Ringrazio i Carabinieridi Benevento e di Campobasso – ha concluso Scarfò –, spero che la loro collaborazione sia stata utile soprattutto per una persona che in questo momento è in ospedale". Un accenno commosso alla giovane vita appesa a un filo, vero e proprio simbolo vivente di questa tragedia.

La famiglia e la comunità straziata

Intanto, a Paupisi, la comunità si stringe attorno ai superstiti. Nella serata di ieri è arrivato il fratello maggiore delle giovani vittime, maggiorenne, che lavora a Rimini. Ha trascorso la notte nella casa dei nonni, lo stesso luogo che fino a poche ore prima era la sua famiglia e che oggi è diventato lo scenario di un lutto indicibile.

La Procura della Repubblica di Benevento ha formalizzato la sua accusa emettendo un decreto di fermo per Ocone, notificato dai Carabinieri, che lo accusa dei delitti di duplice omicidio aggravato (quello della moglie e del figlio quindicenne), tentato omicidio e sequestro di persona. Una catena di violenza inaudita che ora, nonostante la confessione, attende ancora una risposta alla domanda più angosciante: "Perché?".

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 1 Ottobre 2025 - 08:13 - Giuseppe Del Gaudio

Questo articolo è stato pubblicato il 1 Ottobre 2025 - 08:13

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Giuseppe Del Gaudio

Giuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d'azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: "lavorare fa bene, il non lavoro: stanca"

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  • Questo articolo e molto triste e fa riflettere su come possono succedere cose cosi orribili in una famiglia. La comunità deve supportare i superstiti e capire le motivazioni di un gesto cosi estremo, anche se è difficile.