Cronaca Avellino

Colpi di pistola nella notte: attentato estorsivo ad Avellino e Atripalda, indagano polizia e carabinieri

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Avellino – La quiete notturna dell'Irpinia è stata squarciata da raffiche di pistola: due attentati di chiara impronta estorsiva hanno colpito a distanza di poche ore, tra Avellino e la vicina Atripalda, una società di noleggio auto e moto e una concessionaria Kia.

Almeno cinque colpi esplosi da un'auto in corsa contro l'ingresso della sede della ditta in via Francesco Tedesco, nel cuore del capoluogo irpino; altrettanti, forse di più, contro la showroom della casa coreana in via Appia, a un chilometro scarso dal primo obiettivo. Nessuna vittima, per fortuna, ma un messaggio inequivocabile: "Pagate o pagherete".

La Squadra Mobile di Avellino e i Carabinieri della locale Compagnia sono al lavoro senza sosta, setacciando le telecamere di sorveglianza e valutando se i due raid – entrambi consumati tra l'1 e le 2 di notte – siano opera della stessa mano criminale, in un territorio che da mesi geme sotto il peso di un racket che non risparmia nessuno.

La prima scena del crimine si è materializzata poco dopo la mezzanotte in via Francesco Tedesco, arteria commerciale affollata di giorno ma deserta nelle ore piccole. La società di noleggio, un punto fermo per turisti e pendolari che solcano le strade montane dell'Avellinese con auto e scooter a breve termine, ha visto la sua saracinesca crivellata da proiettili calibro 9x21, recuperati dai bossoli sparsi sull'asfalto.

"È stato un boato che ha svegliato mezzo quartiere – racconta un residente, che ha chiamato il 113 con le mani che tremavano – pensavamo a un'esplosione, invece era la mafia che bussava alla porta". Il titolare, un imprenditore sulla sessantina con anni di esperienza nel settore, ha scoperto il danno all'alba, durante il giro di ispezione: vetri in frantumi, pareti forate, ma la struttura intatta.

"Non è la prima volta che riceviamo minacce – confida a bassa voce ai nostri cronisti, mentre i tecnici della Scientifica repertano ogni dettaglio – ma stavolta è diverso. Vogliono soldi, pizzo, chiamatelo come volete. Qui da noi, in Irpinia, le imprese sono il nostro orgoglio, ma senza protezioni statali rischi di diventare un bersaglio facile".

A meno di dieci minuti di auto, il secondo colpo ha centrato la concessionaria Kia in via Appia, ad Atripalda, borgo pedemontano noto per le sue industrie e il suo spirito resiliente. Anche qui, un veicolo scuro – forse una berlina anonima, secondo le prime descrizioni – si è avvicinato a fari spenti, ha rallentato quel tanto che basta per scaricare una sventagliata di colpi contro la vetrina principale, e poi è svanito nella notte, direzione ignota.

I proiettili hanno sfondato i pannelli espositivi, colpendo modelli ibridi e SUV pronti per la consegna, ma senza ferire passanti o impiegati. La Kia Motor Group, che gestisce la filiale con sedi anche a Nola e in provincia di Napoli, ha immediatamente attivato i protocolli di sicurezza: "Siamo scossi, ma determinati a non cedere – ha dichiarato un portavoce aziendale in una nota diffusa stamane – la sicurezza dei nostri clienti e del personale viene prima di tutto, e collaboreremo appieno con le forze dell'ordine".

L'episodio richiama alla memoria altri raid estorsivi nel Sannio e nel casertano, dove il pizzo ha già messo in ginocchio decine di attività, costringendo chiusure e delocalizzazioni.Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Avellino, procedono a ritmo serrato.

Gli agenti della Squadra Mobile, supportati dai Carabinieri del Nucleo Investigativo provinciale, stanno analizzando decine di ore di filmati dalle telecamere private e pubbliche installate lungo le vie colpite: un sistema di videosorveglianza che, grazie a fondi PNRR, copre ormai il 70% del centro urbano.

"Stiamo valutando collegamenti con episodi analoghi – spiega una fonte qualificata all'interno dell'inchiesta, che chiede l'anonimato – i modus operandi sono simili: auto in fuga, armi da fuoco, zero efferatezza ma massimo terrore. Potrebbe trattarsi di un gruppo locale, magari legato a cosche camorristiche che si spingono dall'agro aversano verso l'interno".

Non si esclude, infatti, un'estensione del racket napoletano: negli ultimi sei mesi, l'Irpinia ha registrato un +30% di denunce per estorsione, secondo dati della Camera di Commercio, con il settore auto – noleggi e concessionarie – tra i più colpiti per il suo flusso di cassa costante.

"È un allarme rosso – tuona il presidente della Cna Avellino, intervenuto in mattinata – le piccole imprese non possono reggere questo stillicidio. Serve più intelligence e tutele concrete, non solo promesse".Mentre la città si sveglia sotto un cielo grigio autunnale, Avellino e Atripalda vivono un misto di rabbia e paura.

I commercianti del circondario hanno già organizzato un'assemblea straordinaria per oggi pomeriggio, alla presenza del sindaco di Avellino, Antonio Genovese, che ha promesso "massima mobilitazione istituzionale".

"Non lasceremo che la camorra detti legge nel nostro territorio – ha dichiarato in un'intervista telefonica – questi attentati sono un affronto alla nostra comunità laboriosa". Intanto, le saracinesche restano abbassate, i vetri rotti attendono la sostituzione, e i bossoli sono nelle mani degli esperti balistici.

In una provincia che sogna di scrollarsi di dosso lo stereotipo della 'terra dei fuochi' per diventare polo green e turistico, episodi come questi riportano indietro l'orologio di decenni. La domanda è una sola: quanto durerà questa spirale? Le forze dell'ordine giurano di non mollare, ma per le vittime, il conto alla rovescia è già iniziato. L'Irpinia non si arrende, ma ha bisogno di armi migliori per combattere il suo nemico invisibile.

Articolo pubblicato il 13 Ottobre 2025 - 17:10 - A. Carlino
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A. Carlino