Il caso
La lotta alla pirateria digitale entra in una nuova fase, questa volta con conseguenze dirette per gli utenti. Su iniziativa di Dazn, con l’adesione della Lega Calcio Serie A e di Sky Italia, i titolari dei diritti televisivi hanno deciso di promuovere azioni risarcitorie nei confronti di chi usufruisce di Iptv illegali. Dopo mesi di indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Roma e Lecce, le autorità hanno trasmesso ai broadcaster i dati di oltre duemila abbonati irregolari sparsi in 80 province italiane.
L’inchiesta ha permesso di smantellare una rete che trasmetteva contenuti in violazione della legge sul diritto d’autore, identificando i fruitori grazie all’incrocio di dati anagrafici, bancari e geografici. Ora, con l’autorizzazione delle procure competenti, i titolari dei diritti possono agire anche sul piano civile, chiedendo risarcimenti che – avvertono – possono equivalere a circa dieci anni di abbonamenti regolari.
“Guardare illegalmente contenuti mette a rischio chi lo fa e colpisce lo sport alle radici. Non è furbo, non è gratis, non è senza conseguenze”, ha dichiarato Stefano Azzi, CEO di Dazn Italia. Un messaggio rafforzato dall’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo: “Finalmente volge al termine l’epoca dell’impunità. Chi sbaglia paga”.
Secondo la Guardia di Finanza, la pirateria non si limita al danno economico ai broadcaster, ma alimenta un circuito criminale fatto di evasione fiscale, lavoro nero e riciclaggio. Non a caso, in alcuni casi i sanzionati hanno persino deciso di collaborare fornendo informazioni utili sugli organizzatori del traffico illecito.
Questo articolo è stato pubblicato il 10 Settembre 2025 - 18:43