Nella foto l'ospedale Pellegrini dove è stata ricoverata la donna
Napoli – "L’ho fatto per difendermi". Con queste parole Lucia Salemme, 58 anni, ha spiegato agli investigatori le ragioni che l’hanno spinta ad accoltellare a morte il marito, Ciro Rapuano, 59 anni, ucciso nell’abitazione di famiglia in via Sant'Arcangelo a Baiano dove la coppia viveva.
Una vicenda drammatica che si è consumata sotto gli occhi della figlia della donna e della nipote, entrambe presenti in casa al momento della lite degenerata in sangue.
Secondo quanto ricostruito dagli uomini della Squadra Mobile e della Procura di Napoli, la donna avrebbe reagito dopo essere stata a sua volta colpita a coltellate dal marito. "Mi stava aggredendo, ho avuto paura", avrebbe detto nel corso dell’interrogatorio terminato in tarda serata. Una versione che dovrà ora essere verificata dagli inquirenti attraverso i rilievi e le testimonianze raccolte.
Sul corpo della Salemme sono state riscontrate ferite compatibili con la sua ricostruzione: segni che, secondo la difesa, confermerebbero l’ipotesi di una reazione a un’aggressione. Restano tuttavia da chiarire la dinamica esatta, la sequenza dei colpi e il ruolo della figlia, ascoltata come testimone chiave.
La donna si trova in stato di fermo, in attesa che la Procura formuli i capi di imputazione una volta completati i sopralluoghi e raccolte le versioni dei presenti.
La morte di Rapuano apre l’ennesimo capitolo di una lunga scia di violenza domestica che scuote Napoli e la provincia, con dinamiche spesso legate a rapporti familiari deteriorati, silenzi e conflitti che esplodono improvvisamente.
Questo articolo è stato pubblicato il 4 Settembre 2025 - 10:34
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Questa storia è molto triste e fa riflettere su come la violenza domestica è un problema serio. È importante che si faccia chiarezza sui fatti, ma non possiamo giudicare senza conoscere tutti i dettagli della situazione. Speriamo che la giustizia faccia il suo corso.