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Lazio, sindacati medici: Riorganizzazione ospedale Rieti rischio deriva gestionale

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Roma. La riorganizzazione in corso presso l'ospedale San Camillo de Lellis di Rieti, con l'introduzione della "clinicizzazione" e il massiccio e selvaggio ingresso dell'Università nella gestione dei reparti, rappresenta un serio rischio di deriva gestionale. Si promettono innovazione e nuovi giovani medici, in realtà questo modello, così come viene introdotto, rischia di mortificare la già difficile condizione della Sanità Reatina, sostituendo dipendenti stabili e di esperienza gestionale comprovata, regolari vincitori di concorso pubblico, con figure universitarie o precarie nominate dai Rettori. E' quanto si legge in una nota congiunta di AAROI EMAC Lazio, ANAAO ASSOMED Lazio, FP CGIL Medici e Dirigenti SSN, Federazione CIMO FESMED (ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP, FESMED, Federazione CISL Medici Lazio, FASSID (AIP AC-SIMET-SNR-SINAFO-AUPI), FVM Federazione Veterinari e Medici, Coordinamento regionale UIL-FPL Medici, Veterinari, Dirigenti Sanitari.

La conseguenza di un'organizzazione così imposta- prosegue la nota- è una inevitabile fonte di conflitti tra professionisti, scarsa attrattività di carriera per la dirigenza medica appartenente al SSN e conseguente incremento della solita mobilità romano-centrica sia del personale che dell'utenza. L'Atto Aziendale di Rieti è palesemente in contraddizione con la normativa vigente (517/99).

La trasformazione di intere Unità Operative Complesse con l'introduzione della direzione Universitaria- continua la nota- aggraverà peraltro le note carenze strutturali e sarà causa di ulteriori inefficienze finanziarie, con un inevitabile aumento dei costi che peseranno sui già deficitari bilanci aziendali.

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Senza un vero confronto con tutti i portatori d'interesse che possano esprimere le reali esigenze del territorio, si rischia di creare servizi inefficaci ed "apicalità" inefficienti, inutili all'Azienda se non selezionate attraverso concorsi pubblici, figli di una corretta programmazione che sappia rispettare gli equilibri contrattuali ed evitare disparità ingiustificate. Chiediamo alla Regione Lazio risposte chiare: la clinicizzazione è una strategia organica e programmata? Come si tuteleranno le professionalità interne? Quali garanzie di trasparenza e regolarità saranno assicurate?

Non rifiutiamo il contributo universitario, ma esigiamo trasparenza, rispetto delle regole e un percorso condiviso. Solo così la Sanità Reatina potrà realmente migliorare, evitando uno svuotamento di competenze e una gestione approssimativa dei servizi. E' anche chiaro che in assenza di risposte- conclude la nota- le nostre Organizzazioni Sindacali non saranno un semplice spettatore pagante.

Articolo pubblicato il 4 Settembre 2025 - 11:57 - Vincenzo Scarpa

Commenti (2)

E’ importante capirne di più su questa clinicizzazione, però ci sono troppe incognite e incertezze. Non si sa se i medici universitari possono sostituire quelli esperti senza creare problemi. La sanità è già in difficoltà.

Medici ospedalieri che dopo decenni di sacrifici nel tentativo di costruirsi una carriera decente, spazzati via da universitari che considerano gli ospedali pubblici come ciambelle di salvataggio da un ambiente accademico pletorico.
E tutto questo, senza uno straccio di concorso, solo con una stretta di mano tra rettori e direttori generali.
Mi domando che fine faranno i colleghi ospedalieri più giovani!

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