Caivano – È fissata per il prossimo 2 ottobre la sentenza della Corte d’Appello di Napoli nel processo ai due maggiorenni coinvolti nella vicenda degli stupri di Caivano, un caso che scosse l’opinione pubblica nell’estate del 2023 e che vide al centro due cuginette di appena 10 e 12 anni, vittime di un branco che approfittò della loro fragilità.
Le prime condanne e il processo ai minori
Il procedimento giudiziario si è diviso in due tronconi: da una parte i minorenni, dall’altra i due ragazzi già maggiorenni all’epoca dei fatti.
I giovani sotto i 18 anni, giudicati con rito abbreviato dal Tribunale per i Minorenni, hanno già ricevuto le prime condanne, che hanno messo nero su bianco le responsabilità di un gruppo capace di trasformare il Parco Verde di Caivano, già simbolo di degrado e criminalità, nello scenario di un orrore senza giustificazioni.
Gli imputati maggiorenni
A rispondere ora davanti ai giudici di secondo grado sono Pasquale Mosca, 21 anni, e Giuseppe Varriale, 20, entrambi condannati in primo grado rispettivamente a 13 anni e 4 mesi e 12 anni e 5 mesi di reclusione per violenza sessuale aggravata.
Il processo d’appello si è concentrato nelle ultime udienze soprattutto sulla posizione di Mosca.Potrebbe interessarti
Caso Deiulemar: la Curatela incassa una vittoria storica contro UBI Banca
Caso Sangiuliano, perquisita la sede di Anteprima24: indagato giornalista
Napoli, torna subito libero per motivi di salute il broker della droga Mario Cardillo
Strage di Ercolano, la procura chiede 44 anni di carcere per i 3 imputati
A confermarlo, i video rinvenuti nel cellulare dell’imputato, considerati la prova della lucida volontarietà con cui agì.
Le richieste delle difese e della Procura
L’avvocato Dario Carmine Procentese, difensore di Varriale, ha presentato un’istanza di pena concordata fissata a 11 anni e 2 mesi, alla quale si è aggiunta, in un secondo momento, anche la richiesta del collega Giovanni Cantelli, legale di Mosca.
Ma se per Varriale la Procura generale ha dato l’assenso, nel caso di Mosca il sostituto procuratore ha invece opposto un secco rifiuto, chiedendo la conferma della pena inflitta in primo grado.
L’attesa per la decisione
Il verdetto arriverà il 2 ottobre. Una data che chiude un altro capitolo di una storia che ha fatto emergere, insieme al dramma individuale delle piccole vittime, anche la fotografia di un contesto sociale fragile, segnato da degrado e abbandono.
Un processo che, pur nei tecnicismi delle aule giudiziarie, rimane innanzitutto il racconto di una violenza brutale consumata ai danni di due bambine, e della lenta ricerca di giustizia che ne è seguita.






Lascia un commento