Torre Annunziata – È diventato un vero e proprio caso giudiziario il lungo e tormentato braccio di ferro tra don Francesco Balzano e il vescovo di Nola, mons. Francesco Marino.
Dopo mesi di tensioni sotterranee e dichiarazioni pubbliche, la frattura è esplosa nelle aule di giustizia: il sacerdote ortodosso ha infatti presentato una denuncia-querela contro il presule cattolico, accusandolo di diffamazione a mezzo internet e chiedendo un risarcimento di 50mila euro per i danni morali subiti.
Al centro della vicenda c’è un comunicato ufficiale diffuso dalla diocesi di Nola lo scorso 28 luglio, con cui mons. Marino metteva in guardia i fedeli dalle celebrazioni “illegittime” di Balzano, definendolo – insieme ad altri – non legittimamente ordinato e invitando i cattolici a non prendere parte a quelle che il vescovo ha definito “millantate liturgie”. Un testo che, secondo Balzano, ha avuto l’effetto di un marchio d’infamia.
Le sue parole hanno infatti rimbalzato immediatamente sulle principali testate nazionali. Repubblica, Corriere della Sera, Il Mattino, Il Messaggero e Cronache della Campania hanno rilanciato la notizia parlando di “falsi preti”.
Da lì, denuncia Balzano, è partita una vera e propria “campagna di odio e ghettizzazione” nei suoi confronti, che avrebbe colpito la sua immagine e la sua dignità personale.
“Non querelo i giornali – spiega il sacerdote – perché hanno riportato quanto diffuso dalla diocesi. Ma il vescovo ha usato la sua posizione per diffamarmi pubblicamente, senza avere alcun titolo per giudicare la mia comunità religiosa”.
Nel suo atto Balzano va oltre la sola accusa di diffamazione: richiama anche i reati di discriminazione religiosa e istigazione al suicidio, invocando la violazione degli articoli 8, 19 e 20 della Costituzione sulla libertà di culto. Un atto pesante, che mostra la volontà di portare lo scontro fino in fondo, davanti ai giudici.
Non è la prima volta che i due ecclesiastici si fronteggiano. Già in passato il vescovo Marino aveva preso pubblicamente le distanze dalle celebrazioni del sacerdote ortodosso, sollevando polemiche tra fedeli e comunità locali. Ma ora lo scontro ha cambiato piano: da una disputa religiosa a un duello giudiziario, con il rischio che finisca per aprire un precedente delicatissimo in materia di rapporti tra confessioni diverse.
Il clima resta incandescente. Da un lato un vescovo che rivendica il diritto-dovere di proteggere la propria comunità dai “falsi sacerdoti”; dall’altro un prete che si sente vittima di un linciaggio mediatico orchestrato dall’autorità ecclesiastica. Ora la parola passa ai giudici. E sullo sfondo, resta l’eco di un conflitto che scuote non solo la diocesi di Nola, ma l’intero dibattito sulla libertà religiosa in Italia.
Articolo pubblicato da Giuseppe Del Gaudio il giorno 20 Agosto 2025 - 21:14
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