Nella foto l'ingresos della struttura turistica di Nicotera dove si è registrato il caso di intossicazione alimentare
Doveva essere una serata di relax in riva al mare, invece si è trasformata in un incubo. A Nicotera Marina, in un villaggio turistico con oltre 300 ospiti, circa sessanta persone hanno accusato malori dopo un pranzo consumato nella struttura. Molti di loro provenivano dalle province di Napoli e Caserta e tra i colpiti ci sono anche diversi bambini di appena due, tre e quattro anni.
Per una trentina di villeggianti la situazione è rimasta gestibile, ma cinque persone hanno manifestato sintomi più gravi e sono state ricoverate in ospedale.
Il sospetto, che torna a inquietare la Calabria, è che si tratti di un nuovo episodio di botulismo alimentare. Un’ipotesi che richiama alla mente il caso di Diamante, con due morti e più di venti persone finirono ricoverate dopo aver mangiato panini contaminati durante una festa patronale. Proprio due giorni fa l’ospedale di Cosenza aveva dimesso gli ultimi pazienti, tra cui la studentessa napoletana Gaia Vitiello, rimasta in cura per tre settimane.
Ora la storia rischia di ripetersi. Le cucine del villaggio sono state immediatamente controllate dai carabinieri del Nas, risultando in condizioni igienico-sanitarie accettabili. Il problema, quindi, potrebbe essere legato agli alimenti serviti ai tavoli.
Per evitare altri rischi, i militari del Nas e l’Asp hanno disposto la distruzione di tutti i cibi conservati. Sono stati prelevati campioni per le analisi che dovranno chiarire la natura dell’intossicazione. Intanto, il sindaco di Nicotera, Giuseppe Marasco, ha cercato di tranquillizzare la popolazione:
«Questo episodio non riguarda in alcun modo i ristoranti del territorio. I nostri locali sono sottoposti a controlli rigorosi e sono conosciuti per la qualità e la sicurezza dei prodotti».
Il malore, raccontano i turisti, è arrivato all’improvviso. «Metà del villaggio dopo le 16 ha iniziato a vomitare», scrive un cliente in una recensione online. Un altro ospite, che aveva prenotato due settimane con la famiglia, parla di «un incubo»:
«Dopo pranzo io e i miei figli siamo stati male, tra vomito e diarrea. Senza contare lo stato delle camere: crepe sul soffitto, acqua che filtrava sul letto e cibo dall’aspetto poco invitante già nei giorni precedenti».
I villeggianti colpiti non intendono lasciar cadere la vicenda. Si stanno organizzando per una class action con l’obiettivo di ottenere risarcimenti e far valere i propri diritti. «Non è possibile che nessuno paghi per quanto avvenuto – protestano – a soffrire sono stati soprattutto i bambini. Forse quel villaggio, che era ancora sotto sequestro, non si doveva riaprire?».
Dal villaggio, al momento, nessuna risposta ufficiale. Le linee telefoniche risultano «momentaneamente fuori uso» e nei viali si aggirano ancora i carabinieri che stanno cercando di ricostruire con precisione quanto accaduto.
Vacanze rovinate per decine di famiglie che volevano soltanto godersi qualche giorno di relax e che invece si sono ritrovate ricoverate in ospedale.
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Non posso credere che succedono cose del genere in un villaggio turistico, sembra incredibile. Le condizioni igieniche dovrebber essere controllate piu' spesso, specialmente quando ci sono bambini coinvolti. Speriamo che si risolva tutto presto.