A Pianura, quartiere occidentale di Napoli, il T1 è molto più di un palazzo abusivo: è una cicatrice profonda nel paesaggio urbano, un monumento all’abbandono e all’incapacità delle istituzioni di risolvere una ferita aperta da decenni.
Sorto negli anni Settanta senza alcuna autorizzazione, acquisito dal Comune nel 1982, l’edificio di cinque piani più seminterrato è oggi una carcassa di cemento e ruggine. Parti crollate, ferri ossidati, calcinacci che cadono ad ogni vibrazione, come accaduto durante il recente sciame sismico dei Campi Flegrei. Nel luglio 2008 un incendio ne decretò l’inagibilità, costringendo gli abitanti a un’evacuazione immediata, senza la possibilità di recuperare i propri beni. Da allora, nulla è cambiato: il T1 è rimasto fermo, identico al giorno dopo le fiamme, teatro di incursioni pericolose di ragazzini che arrivano persino sul tetto, come mostrano diversi video circolati negli anni.
Il deputato Francesco Emilio Borrelli, di Alleanza Verdi-Sinistra, torna a puntare il dito contro quello che definisce “una trappola mortale” e “il frutto dell’abusivismo selvaggio”, ricordando che le denunce dei residenti si susseguono da anni senza esito. Sul piano legale, la matassa è ingarbugliata: 23 richieste di condono per 43 unità immobiliari tra appartamenti, locali e garage, respinte o annullate in un labirinto di ricorsi, rigetti e nuove istruttorie.
Oggi, mentre il Comune notifica nuovi dinieghi, la situazione resta bloccata. Per Borrelli, la priorità è mettere subito in sicurezza l’area, impedirne l’accesso e avviare l’abbattimento. “Non possiamo aspettare una tragedia – avverte – Pianura merita di essere liberata da questo ecomostro”.
Articolo pubblicato da Vincenzo Scarpa il giorno 8 Agosto 2025 - 12:15
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