Napoli – È un flusso costante che parte dal centro della città e raggiunge le spiagge più frequentate della provincia. Non parliamo di turisti, ma di merci contraffatte pronte a essere vendute sui litorali da decine di ambulanti.
Un fenomeno che, in Campania, resta radicato e che nelle ultime settimane ha registrato un nuovo colpo da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli.
Le operazioni, concentrate soprattutto nell’area di piazza Garibaldi – individuata come punto di raccolta e smistamento – hanno portato, dall’inizio dell’anno, al sequestro di oltre 2.700 capi di abbigliamento, circa 300 borse, oltre 600 paia di scarpe e centinaia di costumi e ciabattine.
A questi si aggiungono migliaia di occhiali da sole e più di 2.000 articoli di merchandising del Napoli, tra maglie, palloni, casse Bluetooth con il logo della squadra e materassini. Recuperati anche gadget di cantanti molto seguiti, come cappellini, T-shirt, cover per cellulari e zaini.
Dal centro ai litorali
Secondo gli inquirenti, la merce viene distribuita a venditori ambulanti – in gran parte provenienti da Bangladesh, Sri Lanka e paesi africani – che operano sulle spiagge di tutta la provincia. Molti di loro sarebbero inseriti in circuiti di caporalato stagionale, con paghe minime e turni massacranti sotto il sole.
Il sequestro di prodotti finiti si affianca agli interventi nei laboratori di produzione. Nel cuore di Napoli i militari hanno sospeso l’attività di vere e proprie officine del falso, sequestrando stampanti termiche, cliché, fregi, adesivi e perfino falsi certificati di idoneità.
Un’economia parallela
I Carabinieri ricordano che la contraffazione non è soltanto una questione di violazione dei marchi, ma un settore che unisce evasione fiscale, sfruttamento lavorativo e, in alcuni casi, interessi criminali.
Secondo l’Eurispes, giocattoli, calzature e abbigliamento restano tra le categorie più sequestrate in Italia, mentre il mercato globale del falso, nel 2021, ha superato i 460 miliardi di dollari.
I numeri della contraffazione in Campania
Sequestri e valori stimati
2025 (gennaio-luglio): oltre 5.000 articoli sequestrati solo nel territorio di Napoli e provincia, per un valore stimato di circa 150.000 euro sul mercato illecito.
2024: circa 9.800 articoli recuperati nell’arco dell’anno, soprattutto abbigliamento e accessori.
2023: più di 11.000 articoli sequestrati, con un aumento marcato durante il periodo estivo.
Categorie più diffuse
Abbigliamento sportivo e casual (maglie, felpe, costumi).
Calzature e borse.
Gadget di squadre di calcio, in particolare SSC Napoli.
Prodotti legati ad artisti musicali in tour.
Provenienza e distribuzione
Gran parte della merce arriva da circuiti extra-UE, spesso via container nei porti di Napoli e Salerno.
Smistamento e stoccaggio in aree periferiche e nel centro cittadino, con piazza Garibaldi come snodo principale.
Distribuzione capillare tramite venditori ambulanti sui litorali di Napoli, Castellammare, Pozzuoli e nell’area domizia.
Il legame con lo sfruttamento e la malavita
Secondo le indagini, molti venditori sono reclutati con contratti verbali o tramite intermediari, con compensi inferiori ai 30 euro al giorno e nessuna tutela.
Presenza di reti di caporalato urbano che organizzano turni, aree di vendita e approvvigionamento di merce.
Il peso economico
La Campania è stabilmente tra le prime tre regioni italiane per sequestri di merce contraffatta. Il fenomeno sottrae milioni di euro all’economia legale e alla fiscalità, alterando il mercato e penalizzando le imprese regolari.
Articolo pubblicato da Redazione il giorno 10 Agosto 2025 - 06:50
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