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Morti sul lavoro, il drammatico bilancio del primo semestre 2025: 502 decessi, +7% rispetto al 2024

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Il primo semestre del 2025 si chiude con un tragico aumento delle morti sul lavoro in Italia: 502 vittime, il 7% in più rispetto alle 469 registrate nello stesso periodo del 2024. A rivelarlo è l’ultima indagine dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, che evidenzia un incremento del 33% degli infortuni mortali in itinere (140 casi), mentre i decessi in occasione di lavoro (362) restano stabili.

I numeri del dramma

Le regioni più colpite sono Lombardia (56 morti in occasione di lavoro), Veneto (36), Campania (33) e Sicilia (31). Sette regioni si trovano in “zona rossa” per l’alto rischio di mortalità (Basilicata, Umbria, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Puglia, Abruzzo e Campania), con un’incidenza superiore al 125% della media nazionale (15,1 morti ogni milione di occupati). In “zona arancione” figurano Calabria, Valle d’Aosta, Veneto, Liguria e Piemonte, mentre Molise e Lazio sono le uniche in “zona bianca”.

I settori più a rischio restano Costruzioni (53 decessi), Attività Manifatturiere (50), Trasporti e Magazzinaggio (47) e Commercio (38). Il lunedì si conferma il giorno più pericoloso (22,7% dei casi), seguito da venerdì (19,3%) e martedì (17,1%).

(h3Le categorie più vulnerabili

Gli ultrasessantacinquenni registrano l’incidenza di mortalità più alta (47,3 morti per milione di occupati), seguiti dalla fascia 55-64 anni (24,4). Numericamente, quest’ultima è la più colpita, con 130 decessi su 362 totali in occasione di lavoro. Le donne, pur rappresentando una minoranza, contano 43 vittime (21 in occasione di lavoro, 22 in itinere).

I lavoratori stranieri risultano particolarmente esposti, con un rischio di morte doppio rispetto agli italiani: 29,8 decessi ogni milione di occupati contro 13,4, per un totale di 108 vittime (75 in occasione di lavoro, 33 in itinere).

Denunce di infortunio in lieve calo

Le denunce totali di infortunio scendono leggermente, passando da 299.303 a 299.130 rispetto a giugno 2024. Le Attività Manifatturiere guidano la classifica (33.441 denunce), seguite da Costruzioni (17.740) e Sanità (17.484). Le lavoratrici hanno denunciato 109.487 infortuni, mentre i lavoratori stranieri rappresentano circa il 20% delle denunce totali (60.867).

“Il bilancio delle vittime sul lavoro è inaccettabile”, denuncia Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Vega. “Nonostante la lieve flessione delle denunce di infortunio, il numero di morti resta drammaticamente stabile. L’aumento degli infortuni in itinere e l’elevata incidenza in alcune regioni evidenziano la necessità di interventi urgenti per invertire questa tendenza”.

Per ulteriori dettagli, grafici e dati provinciali sono disponibili sul sito www.vegaengineering.com/osservatorio.


Articolo pubblicato da A. Carlino il giorno 5 Agosto 2025 - 19:35

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