Napoli – Il mistero che avvolge la morte di Giovanni Marchionni, il 21enne di Bacoli trovato senza vita a bordo di una barca nel porto di Portisco a Olbia, si arricchisce di un nuovo, fondamentale capitolo.
La Procura di Tempio Pausania ha infatti disposto un’accertamento tecnico irripetibile sul natante, con l’obiettivo di fare luce sulle cause del decesso. L’incarico ufficiale al perito sarà conferito il prossimo 22 agosto.
Indagini su vano batterie e acque nere
L’attenzione degli inquirenti si concentra su due punti precisi dell’imbarcazione: il vano batterie e il serbatoio delle acque nere. L’esame tecnico mira a verificare l’eventuale presenza di anomalie o guasti che possano aver causato un rilascio di sostanze tossiche o fumi letali, un’ipotesi che la Procura non esclude.
A rappresentare la famiglia del giovane, l’avvocato Maurizio Capozzo, che ha già nominato un consulente di parte per l’autopsia e che farà lo stesso per la perizia tecnica. Intanto, il proprietario del motoscafo è rappresentato dall’avvocato Sebastiano Giaquinto.
La pista del lavoro e i risultati dell’autopsia
Mentre l’inchiesta giudiziaria prosegue, l’Inail ha aperto una sua indagine per accertare se Giovanni Marchionni si trovasse a bordo della barca per motivi di lavoro o di piacere. Un dettaglio non secondario, che potrebbe influenzare l’intero corso delle indagini.
Nel frattempo, l’esame autoptico, eseguito nei giorni scorsi, non è riuscito a chiarire in modo definitivo le cause del decesso. La parola passa ora ai risultati delle analisi tossicologiche e istologiche, che dovranno essere completate sui tessuti prelevati dal medico legale Francesco Serra.
Solo con l’unione di tutti questi elementi sarà possibile ricomporre il puzzle e stabilire cosa sia accaduto a bordo di quella barca la mattina dell’8 agosto.
Articolo pubblicato da Giuseppe Del Gaudio il giorno 20 Agosto 2025 - 19:33
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