Arresto a Ischia, si infiamma il dibattito giudiziario
Le acque di Ischia questa mattina sono state scenario di un episodio destinato a far discutere, tra versioni contrastanti e un arresto che rischia di trasformarsi in un vero e proprio caso giudiziario.
Protagonista involontario un 37enne napoletano, finito in manette dopo un inseguimento via mare che secondo la ricostruzione ufficiale sarebbe culminato con lo speronamento di un acquascooter della polizia.
Ma la difesa promette battaglia, annunciando di possedere un video che ribalterebbe completamente la dinamica dei fatti.
Tutto ha inizio quando gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico – Sezione Mare, insieme alla Capitaneria di Porto, notano un’imbarcazione sottoposta a sequestro amministrativo che lascia illegalmente gli ormeggi nella baia di San Francesco.
Nonostante i ripetuti ordini di fermarsi, il natante prosegue la sua corsa verso il largo, costringendo le moto d’acqua della polizia e una motovedetta della Guardia Costiera a un vero e proprio blitz marittimo.
Secondo la versione delle forze dell’ordine, l’uomo avrebbe deliberatamente speronato un acquascooter, facendo cadere in acqua l’agente che lo pilotava e costringendolo al ricovero all’ospedale Rizzoli.
Il quadro giuridico è pesante: resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamento di beni dello Stato, violazione dei sigilli e inosservanza delle norme di navigazione. Ma la difesa, affidata agli avvocati Sergio Pisani e Marco Cioffi, parla di un’altra verità.
“Il nostro assistito stava trasmettendo in diretta Facebook tutta la scena – spiegano i legali all’ANSA – e quelle immagini mostrano una dinamica completamente diversa”. Il video, che verrà depositato domani presso il Tribunale di Napoli, mostrerebbe secondo loro un impatto frontale con la moto d’acqua della polizia, con la musica di sottofondo a documentare la normale navigazione fino al momento dello scontro.
“È preoccupante che si sia arrivati all’arresto con questa ricostruzione – affermano i difensori – faremo di tutto per far emergere la verità”. Una promessa che trasforma quello che poteva sembrare un normale episodio di contrasto all’illecito amministrativo in un potenziale giallo giudiziario, con verità forse non ancora del tutto emerse.
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