La fuga di Samer Khalifa, il truffatore seriale noto per le sue truffe estive, ha avuto una svolta. L’uomo è stato avvistato e ripreso ieri all’aeroporto di Sharm El Sheikh, in Egitto, mentre si imbarcava su un volo diretto al Cairo.
A beccarlo è stato un fornaio napoletano, noto tik-toker, che si trovava in vacanza nella località egiziana. Il giovane, riconosciuto il volto dell’ingannatore che ha causato danni per decine di migliaia di euro ai suoi concittadini, ha tentato di bloccarlo fisicamente in aeroporto, ma senza successo.
Non si è perso d’animo e ha lanciato un appello su TikTok a tutti gli italiani in vacanza a Sharm: il suo obiettivo è chiedere una mobilitazione generale per presentare denunce collettive alla polizia egiziana e ottenere così un provvedimento di espulsione contro Khalifa, costringendolo a uscire dal suo nascondiglio.
La macchina delle truffe: dal tumore falso ai bagagli fantasma
Nel frattempo, sul tavolo del deputato Francesco Emilio Borrelli, che per primo ha portato alla luce il caso, continuano ad arrivare segnalazioni sconcertanti che dipingono il ritratto di un criminale metodico e spietato.
L’ultima vittima è una giovane coppia in procinto di sposarsi, truffata a giugno di 7.000 euro per una crociera pre-matrimoniale con le famiglie. La modalità è sempre la stessa: Khalifa si insinua con amicizia e disponibilità, conquista la fiducia e, a pochi giorni dalla partenza, tira fuori la scusa più becera: un tumore al cervello (suo o di sua figlia) che gli impedirebbe di onorare la prenotazione. Poi, sparisce nel nulla.
“Si moltiplicano le segnalazioni ricevute da persone truffate con modalità molto simili: l’amicizia, la conquista della fiducia, poi la scoperta del tumore e infine la scomparsa”, afferma Borrelli. “Va fermato subito. Tante le denunce sporte in questi anni ma sembra che nessuno si sia mai interessato veramente al caso”.
Ma il business delle truffe di Khalifa non si ferma ai viaggi. Emergono fatti ancora più gravi. Una testimonianza choc racconta che l’uomo avrebbe operato addirittura all’interno dell’aeroporto di Napoli-Capodichino, dove gestiva uno stand grazie al quale prometteva tariffe bassissime: il suo “segreto” sarebbe stato far passare bagagli da stiva senza che il proprietario si imbarcasse, un macroscopico buco nella sicurezza aeroportuale che aggirerebbe ogni norma anti-terrorismo.
Altre vittime denunciano truffe per l’acquisto di auto finite con multe da pagare, biglietti venduti online su Facebook e mai consegnati, e perfetti un noto ristoratore di Caserta.
“Sta emergendo un profilo criminale di assoluto rilievo, con complicità e connivenze da accertare immediatamente”, tuona Borrelli. “È incredibile come operi indisturbato da oltre quattro anni. Deve contare su amicizie importanti evidentemente”, conferma una testimone che lo conosceva bene, descrivendo un uomo inizialmente affidabile e ben introdotto nell’hub napoletano, prima di scoprirne la doppia vita fatta di numeri di telefono sempre cambiati e denunce insabbiate.
La caccia al truffatore di Ferragosto è più internazionale che mai, ma le domande ora sono soprattutto per l’Italia: com’è potuto accadere tutto questo sotto il naso delle autorità per così tanto tempo?
Articolo pubblicato da Rosaria Federico il giorno 20 Agosto 2025 - 09:27
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