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Ethnos XXX edizione del Festival curato da Gigi Di Luca

Ethnos è lo spazio dove musica, arte, cultura, origini, appartenenze e territori si fondono e si scompongono dando vita a un Festival.
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Festival Ethnos è l’appuntamento di fine estate giunto quest’anno alla XXX edizione. Un punto di riferimento, una bussola per gli appassionati ma anche per centinaia di artisti provenienti da tutto il mondo che nel corso dell’ultimo trentennio si sono avvicendati su palcoscenici inusuali, a volte, ma che rappresentano luoghi di riscoperta fisici, ideali e culturali dei paesi vesuviani, della Campania e di cinque continenti.

Di Luca, regista teatrale e direttore artistico del Festival, non ha mai tralasciato contesto storico, innovazione, culture.

“Ethnos è una visione poetica, sociale, culturale, è un progetto di crescita del territorio, lungo 30 anni – racconta Di Luca -. Abbiamo condiviso diversità, resistenza, territorio, comunità, generazioni. Siamo ora alla 30° edizione, soddisfatti ed orgogliosi per non aver mai cambiato il nostro stile, il nostro modo di agire, per non aver mai ceduto alle mode Mentre gli scenari cambiavano la proposta musicale di Ethnos resisteva e creava una ‘comunità’ interessata alle diverse ‘umanità’ presenti dietro le storie delle musiche del mondo”.

I numeri sono parte della lunga storia del Festival: 500 concerti, 3000 artisti, 70 Paesi rappresentati, 5 continenti, quasi 500 mila spettatori. Tra gli artisti intervenuti: Miriam Makeba, Mercedes Sosa, Inti Illimani, Khaled, Dulce Pontes, Omou Sangare, Buena Vista Social Club, Gilberto Gil, The Cheftains, Rokia Traorè, Ruiki Sakamoto, Cheikka Remitti, Abdelli, Omar Sosa, Bombino, Anouar Brahem, Fanfara Ciocarlia, Kocani Orkestar, Fatoumata Diawara, Dhafer Youssef, Tinariwen, Gilberto Gil, Tahar Ben Jelloun, Pau Dones (Jarabe de Palo).

Tanti i progetti che, negli anni, hanno preso vita nei territori della Campania: Le Vie della Seta dal centro Asia, i Tuareg, gli Aborigeni, gli Indiani d’America, i Mongoli, gli artisti Sufi, Gnawa, Israeliani e Palestinesi.

E poi l’Italia con le sue peculiari espressioni: da Ivano Fossati ad Angelo Branduardi, da Moni Ovadia a Teresa De Sio, da Eugenio Bennato a Vinicio Capossela; Peppe Servillo, Peppe Barra che fu tra i primi ospiti ad Ethnos 1995. Ed ancora, solo per citarne altri: I Dervish, Les Tambours du Bronx, Warsav Village Band, Seku Keita, Wang Li, Huun-Huur-tu, Le Violons Barbares, Chassol, Lo Cor de la Plana, Bia Ferreira, Naissam, Jalal, Lemma, Djazia Satour.

La XXX edizione di Ethnos

Quest’anno il Festival internazionale della world music, ideato e diretto da Gigi Di Luca, con la sua consolidata formula itinerante, partirà da San Giorgio a Cremano il 6 settembre e si concluderà a Napoli il 3 ottobre. Nell’arco di un mese si alterneranno gli eventi (concerti, workshop, conferenze) in 8 comuni all’ombra del Vesuvio, da  San Giorgio a Cremano, passando per Ercolano, Portici, Castellammare di Stabia, Torre del Greco, Boscotrecase e Boscoreale e con ben 5 date a Napoli. Arriveranno artisti da 18 paesi.

Con un cartellone di proposte trasversale – tra musica, danza, cinema, incontri e workshop racconteranno la loro storia e attraverso la musica artisti da Argentina, Brasile, Bulgaria, Congo, Estonia, Francia, Ghana, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Olanda, Palestina, Portogallo, Spagna, Tunisia, Turchia e Ungheria.

Oltre ai concerti e agli spettacoli musicali sono in programma diverse iniziative, dai workshop agli incontri con i protagonisti del festival, dalle performance artistiche alle esibizione e laboratori legati alla danza contemporanea, dalle conferenze e panel tematici al premio Ethnos GenerAzioni, giunto alla settima edizione e dedicato ai nuovi talenti nel campo della world music. Novità di quest’anno, sarà la proiezioni di alcune opere cinematografiche sulla musica etnica.

Ad inaugurare la trentesima edizione del festival Ethnos, sabato 6 settembre alle ore 21:30 nel parco di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, saranno i congolesi Ndima. Un gruppo di cantanti, danzatori e musicisti appartenenti alla tribù dei pigmei Aka, provenienti dal villaggio di Kombola, nella Repubblica del Congo. Ad anticipare la loro esibizione, dalle 19:30 è in programma l’incontro con il direttore artistico, Gigi Di Luca sui 30 anni di Ethnos e il successivo dj set “Sangennarobar” con Dario Cervo.

Fino al 3 ottobre si alterneranno sul palco itinerante della XXX edizione di Ethnos artisti da vari continenti: il violoncellista e compositore olandese Ernst Reijseger che incontra il canto sardo di Cuncordu e Tenore de Orosei, dal Ghana arriva il supergruppo Santrofi, dall’Ungheria il quintetto Sondorgo, dall’Argentina la musicista Luciana Elizondo, mentre dalla Turchia è atteso il cantante e virtuoso curdo del saz (chitarra saracena) Ruşan Filiztek.

E ancora, l’Ensemble Chakâm che unisce il târ di Sogol Mirzaei (Iran) al suono del qanun di Farah Fersi (Tunisia) e della viola da gamba della francese Marie-Suzanne de Loye; il progetto “Cada Um Canta Uma” riunisce tre chitarristi, il brasiliano Márcio Faraco,  il portoghese Marco Oliveira lo spagnolo Hugo Arán con ospite Joe Barbieri per un omaggio alla canzone napoletana;  il gruppo multietnico Alkantara MediOrkestra, la cantante e suonatrice di oud tunisina Sarra Douik e gli spagnoli Caamaño & Ameixeiras, questi ultimi tra i nomi di punta della nuova scena tradizionale galiziana.

Numerosi anche gli artisti dal nostro paese, da Ambrogio Sparagna, con l’Orchestra Popolare Italiana, a Movimento Danza,  a Stefano Saletti & Banda Ikona, il polistrumentista calabrese Davide Ambrogio, il gruppo ciociaro I Trillanti, la siciliana Luisa Briguglio e il combo Hysterrae che mette insieme tre cantanti italiane (Cinzia MarzoIrene Lungo e Silvia Gallone) e il polistrumentista iraniano  Pejman Tadayon.

L’edizione 2025 del festival Ethnos è organizzata da La Bazzarra con il contributo della Regione Campania attraverso Scabec, del Ministero della Cultura, di Nuovo Imaie e sostenuta dai comuni di Napoli, San Giorgio a Cremano, Portici, Torre del Greco, Castellammare di Stabia, Boscotrecase, dalla Banca di Credito Popolare, con il patrocinio della Città Metropolitana di Napoli e con la collaborazione del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato da Rosaria Federico il giorno 27 Agosto 2025 - 09:11

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