Nella foto i carabinieri che hanno bloccato i due pusher di Aversa
Aversa – Un borsello bianco volato da un finestrino nell’oscurità di via Filippo Saporito. È stato quel gesto fulmineo, notato dall’occhio esperto dei carabinieri, a consegnare alla giustizia due pusher della zona.
Un 30enne di Aversa e un 31enne di Lusciano, entrambi con un passato già segnato dalla droga, sono stati sorpresi e arrestati la notte scorsa mentre erano intenti a i loro affari illeciti a bordo di una Fiat 500X, parcheggiata nei pressi delle palazzine IACP.
I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Aversa li hanno notati in piena notte mentre stavano conversando con un giovane, fermo all’esterno dell’auto. Una scena che ha insospettito gli agenti, trasformando un controllo di routine in un’operazione antidroga.
Alla vista delle uniformi, la reazione dei due è stata immediata e goffa: nel tentativo disperato di liberarsi delle prove, uno di loro ha lanciato dal finestrino un borsello in similpelle bianco. Mossa inutile.
I carabinieri hanno prontamente recuperato il bagaglio, trovandovi all’interno un vero e proprio kit da spaccio: 26 dosi di cocaina, già pronte per il mercato, confezionate singolarmente, e 210 euro in contanti, suddivisi in banconote di piccolo taglio, il classico “incasso” della giornata.
Ma il bottino non era finito. La successiva perquisizione personale ha riservato un’altra scoperta: uno dei due, in un estremo tentativo di occultamento, nascondeva nella sua biancheria intima una busta di plastica contenente 4 stecche di hashish e altri 80 euro.
Le indagini sono poi proseguite tra le mura domestiche. Le perquisizioni domiciliari hanno portato alla luce un ulteriore stock di droga: altre 6 stecche di hashish, accuratamente avvolte nella carta stagnola per neutralizzarne l’odore.
Tutto il materiale – la cocaina, l’hashish e il denaro, sequestrato perché ritenuto profitto dell’attività criminale – è stato posto sotto sigillo.
I due pusher, dopo le formalità di rito, sono stati condotti nelle loro abitazioni, dove dovranno scontare la misura degli arresti domiciliari, in attesa di disposizioni dall’autorità giudiziaria. Per loro, un’altra notte di “lavoro” si è conclusa nel modo peggiore, con il rumore secco degli stipiti delle porte di casa che si chiudono alle loro spalle, questa volta dall’esterno.
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