Bacoli -“Non ho paura della morte, credo che esista da sempre un giorno già segnato, ma se l’8 agosto non era il giorno del mio Giovanni, voglio sapere perché è morto”.
Parole cariche di dolore e rabbia, quelle di Ines Marrone, la madre del giovane skipper di Bacoli, Giovanni Marchionni, trovato senza vita nella stiva di uno yacht a Olbia. La richiesta di verità della donna, affidata a un post sui social, ha dato voce al dramma di una famiglia che cerca risposte a una morte inspiegabile.
La perizia sulla barca e i “troppi punti oscuri”
Le indagini, coordinate dalla Procura di Tempio Pausania, continuano a concentrarsi sull’imbarcazione ormeggiata nel porticciolo della Marina di Portisco. L’accertamento tecnico irripetibile, sospeso ieri per l’oscurità, riprenderà mercoledì prossimo. L’obiettivo è quello di verificare ogni possibile causa del decesso, dalle esalazioni dal vano macchine a una cattiva areazione dello scafo.
“Non vogliamo trovare un colpevole a tutti i costi, vogliamo solo conoscere la verità”, ha ribadito la famiglia Marchionni, che, tramite il suo legale, l’avvocato Maurizio Capozzo, ha sottolineato l’esistenza di “troppi aspetti oscuri in questa vicenda”.
La sorella di Giovanni, Fabiana, ha aggiunto: “Pretendiamo chiarezza e che non venga trascurato alcun elemento. Sappiamo che mio fratello era partito per lavoro e non è più tornato a casa”.
L’attesa dell’autopsia e l’ipotesi di infortunio sul lavoro
Le speranze della famiglia sono riposte non solo nella perizia tecnica, ma anche negli esiti dell’autopsia, che non ha ancora chiarito in modo definitivo le cause della morte. Si attendono i risultati delle analisi tossicologiche e istologiche sui tessuti prelevati, elementi cruciali per il prosieguo delle indagini.
Nel frattempo, l’avvocato Capozzo ha espresso la necessità che vengano ascoltati i familiari e i testimoni, in modo da chiarire le ragioni della presenza del giovane sulla barca, e in particolare se si trattasse di un infortunio sul lavoro.
Un’ipotesi che, se confermata, darebbe un’altra svolta all’intera vicenda, aggiungendo un tassello drammatico a un puzzle che, al momento, è ancora lontano dall’essere completato.
Articolo pubblicato da A. Carlino il giorno 23 Agosto 2025 - 15:35
Commenti (2)
Leggendo la storia di Giovanni, mi sento molto triste e preoccupata. La famiglia merita risposte chiare e veloci su cosa sia successo. Spero che le indagini portino a risultati in fretta e che ci sia giustizia.
Una sciagura drammatica, prima cosa sarebbe meglio accertarsi se le casse di contenimento wc , era aperta o chiusa , dal mio punto di vista , essendo ex marittimo so bene le le evacuazione dei gas che ci sono li dentro sono micidiali, se esse era chiusa , qualcuno lo ha fatto , quindi sarebbe meglio fare indagini sopra i portelli per prendere eventuali impronte , mi e capitato tantissime volte che i superiori sulle navi danno comandi nel pulire le casse , e molte volte litigando drasticamente con loro ho fatto in modo che nessuno le doveva pulire , dell ‘equipaggio , e chiamare le ditte specializzate nel farlo . IO indagherei su questo , mi dispiace tantissimo per il giovane ragazzo che conoscevo , e do di nuovo le più sincere condoglianze alla famiglia.