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Bacoli, famiglia bloccata in spiaggia per un matrimonio: il sindaco insorge

Il sindaco Josi Della Ragione promette nuovo provvedimenti sulle spiagge a favore dei cittadini
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Bacoli torna al centro del dibattito sulle concessioni balneari e sull’accesso libero al mare. Un episodio denunciato dal sindaco, Josi Gerardo Della Ragione, ha sollevato indignazione: una famiglia sarebbe stata fermata da addetti alla sicurezza all’ingresso della battigia, perché in un lido era in corso un matrimonio.

Secondo il primo cittadino, i bagnanti si sarebbero sentiti rispondere dai bodyguard: "Qui non potete passare. È in corso un matrimonio. Gli sposi stanno facendo le foto e non vogliono essere disturbati".

Un comportamento che il sindaco ha definito “allucinante” e che, di fatto, rappresenta un abuso. "Come se la spiaggia ed il mare di Bacoli fossero di loro proprietà" ha commentato.

La vicenda mette ancora una volta in luce la gestione del demanio marittimo nei Campi Flegrei, dove da decenni i lidi sono affidati alle stesse famiglie e società.

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"Non se ne può più – ha dichiarato Della Ragione –. Stiamo lavorando ai nuovi bandi per assegnare le concessioni e per liberare almeno il 50% delle spiagge, garantendo passerelle, docce, bagnini e servizi. Sarà una rivoluzione".

La promessa di provvedimenti da parte del sindaco

Il sindaco ha assicurato che non ci sarà tregua contro chi abusa del bene pubblico trasformandolo in proprietà privata. "Un passo alla volta, stiamo voltando pagina", ha concluso.

L’episodio raccontato non è soltanto una cronaca di malcostume, ma un caso emblematico di come, in alcune aree costiere italiane, il diritto di tutti venga piegato alle logiche dei privati. Impedire l’accesso al mare – per un evento privato, per di più – è un abuso che non dovrebbe avere cittadinanza.

La denuncia del sindaco di Bacoli, che negli ultimi anni si è fatto portavoce di una battaglia per restituire le spiagge ai cittadini, mette in evidenza due punti cruciali: la necessità di bandi trasparenti sulle concessioni demaniali e il superamento di un sistema cristallizzato da oltre quarant’anni, che ha trasformato litorali pubblici in feudi privati.

Il paradosso di una famiglia respinta perché “disturbava le foto degli sposi” restituisce l’immagine più nitida di un sopruso: l’appropriazione del mare, simbolo per eccellenza di libertà e bene comune. Un abuso che non è solo giuridico, ma culturale.

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 25 Agosto 2025 - 09:05 - Rosaria Federico

Commenti (1)

E’ strano come certi lidi pensano di avere il diritto di chiudere spiagge a tutti per un matrimonio. Non capisco come il sindaco non abbia fatto niente prima. Bisogna mettere delle regole piu chiare per evitare abusi del genere.

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