L’Australia e il social network Tik Tok sono scossi dal caso di Oyebola “Bibi” Coxon, 35 anni, un’ostetrica originaria di Mantova diventata una vera e propria guru sui social network.
Conosciuta con il nome di “Enrica Kupe” e soprannominata “l’ostetrica senza filtri”, è stata arrestata e accusata di omicidio colposo per la morte di un neonato.
La vicenda, riportata dalla stampa australiana e rilanciata in Italia dalla giornalista Francesca Bubba, che da anni denunciava la pericolosità delle sue teorie, è un drammatico monito sui rischi del passaparola online in materia di salute.
La dinamica del parto fatale
I fatti contestati risalgono al 2 ottobre 2024. Bibi Coxon stava assistendo un parto in casa a Wallsend, nel Nuovo Galles del Sud. Secondo la ricostruzione della polizia, la donna avrebbe ignorato per due giorni i chiari segnali di sofferenza della partoriente e le sue ripetute richieste di essere trasportata in ospedale.
Strema dalla fatica e dalle complicazioni, la donna è riuscita comunque a raggiungere il John Hunter Hospital, dove i medici hanno dovuto eseguire un parto cesareo d’emergenza. La madre è sopravvissuta, ma per il neonato non c’è stato nulla da fare. La Coxon è stata arrestata a quasi un anno di distanza dall’accaduto, il 14 agosto.
Quando i social diventano una trappola
Il dramma di Wallsend riaccende i riflettori sull’uso distorto dei social network, trasformati in una vetrina per promuovere teorie e pratiche non scientifiche. Bibi Coxon, che aveva un seguito di migliaia di persone con la sua community “Mamma Informata”, diffondeva tesi pericolose e in netto contrasto con la medicina tradizionale.
Arrivava a sostenere che le ecografie in gravidanza fossero inutili, che il diabete gestazionale non esistesse e che si potesse attendere anche giorni dopo la rottura delle acque prima di partorire. Una serie di consigli irresponsabili che, nel mondo virtuale, non trovavano un adeguato contraddittorio, nonostante gli avvertimenti di esperti e medici.
Il caso di “Bibi” Coxon è l’ennesima dimostrazione dei pericoli del “fai da te” in un campo delicato come la medicina e della necessità di un controllo rigoroso sui contenuti diffusi online, soprattutto quando questi possono avere conseguenze fatali.
Il web non può e non deve essere un luogo dove chiunque può ergersi a “guru” e dispensare consigli senza alcuna competenza, mettendo a rischio la vita delle persone.
Articolo pubblicato da Giuseppe Del Gaudio il giorno 16 Agosto 2025 - 15:42
Commenti (1)
Leggendo di questa storia mi viene da pensare che le persone dovrebbero essere piu attenti a chi seguono sui social. L’informazione non e sempre corretta, e a volte possono sorgere conseguenze gravi. Spero che questo caso porti a riflessioni importanti.