Napoli – Un grave caso di presunta corruzione ha scosso la Polizia Municipale di Napoli. Un agente di 44 anni, in servizio presso l’Ufficio Sanzioni Amministrative, è stato licenziato dal Comune con l’accusa di aver annullato ben 282 multe, per un valore complessivo superiore ai 50 mila euro, a beneficio di sé stesso, dei suoi familiari e di amici.
La notizia, riportata da La Repubblica, ha sollevato interrogativi sulla vigilanza interna e sull’integrità dei meccanismi di controllo nell’ente pubblico.
Un sistema di favori personali
Secondo quanto emerso da una verifica interna agli uffici comunali, il vigile, identificato con le iniziali M.C., avrebbe agito in palese violazione delle normative sul conflitto di interessi. Le indagini hanno rivelato che 13 dei verbali annullati erano intestati a suoi parenti stretti, tra cui il padre e la compagna.
I restanti 269 riguarderebbero due persone non direttamente legate a lui, suggerendo un giro di favori esteso oltre la cerchia familiare.
L’agente avrebbe utilizzato le proprie credenziali per accedere al sistema informatico e procedere alla chiusura delle sanzioni, senza disporre delle autorizzazioni necessarie né della documentazione giustificativa richiesta dalle procedure.
Un comportamento che, secondo l’accusa del Comune, ha arrecato un vantaggio personale ed economico a lui e ai suoi cari, causando al contempo un danno economico significativo all’amministrazione pubblica.
La fiducia tradita e la necessità di controlli rigorosi
Questo episodio è un pugno nello stomaco per la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Quando chi dovrebbe garantire il rispetto delle regole e tutelare l’interesse pubblico si rende protagonista di tali condotte, l’immagine di trasparenza e legalità dell’intera amministrazione ne esce inevitabilmente compromessa.
Un singolo caso, per quanto isolato possa essere, alimenta la percezione che esistano “scorciatoie” e favoritismi a scapito del cittadino onesto che paga regolarmente le proprie multe.
La prontezza dell’intervento del Comune nel sollevare dall’incarico l’agente è un segnale positivo, ma la vicenda evidenzia l’urgente necessità di rafforzare i controlli interni e i sistemi di audit sui processi amministrativi più delicati, come la gestione delle sanzioni.
È fondamentale che ogni accesso e ogni operazione sui sistemi informatici siano tracciati, verificati e soggetti a una supervisione stringente, per prevenire abusi e garantire che la legalità sia la sola guida nell’operato dei pubblici ufficiali. Solo così si potrà ricostruire quel rapporto di fiducia indispensabile tra i cittadini e coloro che sono chiamati a servirli.
Articolo pubblicato il giorno 15 Luglio 2025 - 13:25