Nuove regole criminali a Caivano dopo l'arresto
Con l’arresto del boss Antonio Angelino noto come “Tibiuccio”, è cambiata la geografia criminale a Caivano. A prendere il controllo del territorio sarebbero stati Giovanni Barra, detto “’o Scucciato”, e Roberto Maugeri, indicati come nuovi referenti per la gestione delle estorsioni.
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Lo si evince dalla lettura della 64 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Ambra Cerabona, su richiesta della Dda di Napoli, e che ieri ha portato in carcere i due che erano riusciti a farla franca nel blitz del marzo del 2024 che portò in carcere 14 esponenti del clan Angelino-Gallo.
Secondo quanto emerge da un’intercettazione del 10 luglio 2023, Barra era andato a casa di Assunta Reccia, accompagnato da Gianfranco Bervicato, per verificare e aggiornare la lista degli obiettivi del racket.
La donna aveva confermato la correttezza dell’elenco in suo possesso, promettendo di fornire un nuovo documento con maggiori dettagli, tra cui date e periodi dei pagamenti. Durante l’incontro, Barra aveva anche chiesto informazioni sulle attività nella zona industriale di Caivano, definita “a rischio arresto” da Giovanni Cipolletti.
Barra, consapevole di potenziali intercettazioni, avrebbe adottato precauzioni per evitare tracciamenti, rifiutando qualsiasi contatto telefonico e imponendo di non consegnare la lista a terzi. La Reccia, da parte sua, garantì di aver controllato l’ambiente con uno scanner per microspie.
Durante la visita, la Reccia aveva sollevato il tema della cosiddetta “settimana” – ovvero il pagamento settimanale per il mantenimento delle famiglie dei detenuti – lamentando la mancata ricezione e le spese legali affrontate per conto di Cipolletti. Barra, in qualità di nuovo reggete del clan, rassicurò l’avvio dei versamenti: 400 euro settimanali (poi 500), con un anticipo di 1.000 euro. Il denaro doveva essere consegnato da Bervicato ogni sabato.
Nonostante le promesse, nei giorni successivi si sono registrati ritardi e tensioni. In una telefonata del 19 luglio, Cipolletti e Bervicato si confrontano sui mancati pagamenti, con il primo che sollecita i versamenti per la Reccia. Si parla anche della ripartizione dei proventi delle estorsioni, con accuse di omessi versamenti e somme non dichiarate da parte di Barra, che avrebbe gestito direttamente alcune riscossioni, come quella ai danni di un certo “Gigino”.
Le conversazioni tra gli indagati delineano un nuovo assetto criminale, in cui Maugeri e Barra assumono un ruolo centrale nella gestione del racket. Bervicato, pur affiliato, lamenta una marginalizzazione e il mancato accesso agli introiti.
La lista delle estorsioni, elaborata da Assunta Reccia, diventa documento strategico: elenca nomi, date e importi da riscuotere, e viene custodita con estrema cautela. La consegna è prevista solo “a mano” a Barra, previo contatto di persona, escludendo ogni comunicazione via telefono.
Nel frattempo, i dialoghi intercettati rivelano l’attenzione continua alle dinamiche economiche del clan: il flusso dei pagamenti, le quote da versare ai familiari dei detenuti, le tensioni tra affiliati per la spartizione del denaro e le pressioni per ricevere ciò che spetta. Un sistema rodato, ma anche fragile, dove la riorganizzazione interna e le promesse mancate alimentano malcontento e sospetti.
Le indagini proseguono per chiarire i ruoli e smantellare la rete, mentre la “lista delle estorsioni” rimane al centro di un giallo criminale che svela il volto oscuro della gestione del potere nella zona.
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