Cagnazzo si difende, parla di innocenza e dolore.
Napoli- Torna a parlare pubblicamente il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, tra gli indagati nell’inchiesta della Procura di Salerno sull’omicidio del sindaco pescatore Angelo Vassallo, avvenuto ad Acciaroli il 5 settembre 2010.
In un lungo post pubblicato sui social, l’ufficiale ha ribadito la propria innocenza e ha annunciato un nuovo ricorso in Cassazione dopo la scarcerazione avvenuta a maggio scorso per decisione del Tribunale del Riesame.
«Desidero ribadire, questa volta personalmente e non tramite i miei avvocati, la mia totale estraneità ai fatti contestati – ha scritto Cagnazzo –. Affronto da quindici anni una vicenda dolorosa che non mi appartiene, già archiviata per tre volte dalla magistratura».
Il colonnello, arrestato a fine 2023 e rimasto in carcere per circa sei mesi, è stato rimesso in libertà dopo che la Suprema Corte di Cassazione aveva annullato una precedente ordinanza cautelare, rilevando gravi carenze sul piano dell’impianto indiziario.
Lo stesso Tribunale del Riesame, nella nuova decisione, ha ritenuto non sussistenti i presupposti per la detenzione. Tuttavia, la Procura di Salerno ha chiesto il rinvio a giudizio per Cagnazzo e altri indagati.
«La Cassazione – spiega ancora l’ufficiale – ha evidenziato le lacune in merito alla gravità indiziaria. Proprio per questo motivo presenteremo un nuovo ricorso».
Cagnazzo ha voluto ringraziare pubblicamente chi gli è stato vicino durante i mesi di detenzione: «Grazie di cuore agli amici di sempre, ai colleghi, ai collaboratori e anche ai semplici conoscenti che mi hanno espresso solidarietà. In oltre trent’anni di servizio non ho mai tradito il giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana e alla brava gente di cui mi sento ancora servitore. Ferito, ma convinto».
Infine, un appello alla lettura degli atti: «La verità è contenuta nelle oltre 80mila pagine che compongono il fascicolo processuale, che pochi – quasi nessuno – hanno davvero letto. Continuerò a credere nella giustizia. Il rancore non mi appartiene».
Il nome di Fabio Cagnazzo era emerso già nelle prime fasi dell’indagine sull’omicidio di Vassallo, il sindaco ambientalista ucciso con nove colpi di pistola mentre rientrava a casa. Ma nel corso degli anni, le piste investigative hanno subito numerosi stop e archiviazioni.
Solo nel 2023 la Procura ha riaperto il fascicolo ipotizzando una nuova ricostruzione del delitto, che ha portato a un’imponente attività d’indagine e a nuovi arresti. Ora, la parola passa di nuovo alla magistratura.
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