Napoli - Un incendio doloso ha rischiato di trasformarsi in tragedia nella notte tra il 17 e il 18 luglio nel quartiere San Carlo all’Arena, a Napoli. Intorno alle 4 del mattino, ignoti hanno appiccato il fuoco a una serie di bidoni della spazzatura collocati tra via Abate Minichini e via Nicola Nicolini, proprio davanti a quattro palazzi abitati.
Le fiamme hanno raggiunto l’ingresso del civico 19, danneggiando la facciata e minacciando direttamente le abitazioni.
“Siamo vivi per miracolo”, raccontano i residenti. “Nel 2025 non è accettabile rischiare la vita perché qualcuno decide di dare fuoco all’immondizia nel cuore della notte. È una follia.”
Fumi tossici e assenza di risposte
A distanza di giorni dal rogo, i resti dei rifiuti bruciati sono ancora lì, abbandonati sull’asfalto. Dalle macerie si sprigionano fumi e odori acri, costringendo i residenti a barricarsi in casa.
“È da una settimana che respiriamo sostanze tossiche – denunciano –.Potrebbe interessarti
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Un silenzio istituzionale che aumenta la rabbia di un quartiere che si sente dimenticato.
L’intervento di Borrelli: “Delinquenti e burocrazia mettono a rischio la vita”
Sulla vicenda è intervenuto il deputato dell’Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, che ha definito l’accaduto “un atto criminale gravissimo”.
“È inaccettabile che le istituzioni non siano intervenute immediatamente per rimuovere i residui tossici e bonificare l’area. L’Asia e il Comune devono fornire risposte urgenti. La salute pubblica viene prima della burocrazia.”
Borrelli ha annunciato l’invio di una richiesta formale d’intervento agli organi competenti e ha rilanciato l’allarme: “Non possiamo lasciare i cittadini in balìa della criminalità e dell’inerzia amministrativa. È solo per puro caso che non contiamo vittime”.
Un pericolo ignorato
Quella che poteva diventare l’ennesima tragedia urbana resta una ferita aperta nel cuore di Napoli. I cittadini chiedono interventi immediati e maggiore presenza delle istituzioni in un quartiere che, ancora una volta, si scopre vulnerabile. “Non aspettiamo il morto per accendere i riflettori”, avvertono i residenti. “Serve rispetto, sicurezza e risposte concrete. Ora.”






























Commenti (1)
E’ incredibbile che nel 2025 ci sono ancora problemi cosi gravi. La gente non sa piu come vivere in un quartiere dove c’è paura di incendi e rifiuti abbandonati. Le istituzioni devono fare qualcosa, e non solo parole.