Manfredi terzo sindaco più amato d'Italia
In un contesto politico nazionale sempre più orientato su scenari macro — tra crisi internazionali e partite economiche complesse — a mantenere un rapporto diretto e visibile con i cittadini restano gli amministratori locali: sindaci e presidenti di Regione
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. È proprio su di loro, infatti, che ricade la fiducia — ma anche il malcontento — degli elettori. Lo conferma il Governance Poll 2025, l’indagine annuale condotta dall’Istituto demoscopico Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore, che misura il gradimento dei governatori e dei primi cittadini in carica.
Il dato più significativo, quest’anno, riguarda la flessione generalizzata del consenso: rispetto alle percentuali raccolte alle ultime elezioni, quasi tutti i sindaci e governatori hanno perso terreno.
Ma il calo non è necessariamente sinonimo di bocciatura: come spiega Antonio Noto, “i cittadini attribuiscono spesso agli amministratori locali colpe che non spettano loro, semplicemente perché sono i più vicini e immediatamente identificabili con i problemi quotidiani”. In questo contesto, il Governance Poll non misura le intenzioni di voto, ma il gradimento esclusivo sull’operato degli amministratori in carica, senza riferimento alla loro appartenenza politica.
La classifica dei governatori premia, ancora una volta, i profili più istituzionali e di lunga esperienza amministrativa. In cima troviamo Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia, centrodestra), che si conferma per il secondo anno consecutivo il presidente più apprezzato d’Italia, con un indice di gradimento del 66,5%. Seguono Luca Zaia (Veneto, centrodestra) con il 66% e Alberto Cirio (Piemonte, centrodestra) con il 59%, new entry sul podio.
Anche la classifica dei sindaci fotografa una situazione composita, dove a prevalere è la capacità di governo, più che il colore politico. A guidarla è Marco Fioravanti (Ascoli Piceno, centrodestra) con un solido 70% di gradimento. Sul podio anche Michele Guerra (Parma, centrosinistra, 65%) e a pari merito al terzo posto Vito Leccese (Bari, centrosinistra) e Gaetano Manfredi (Napoli, centrosinistra), entrambi con il 61%.
L’indagine ha coinvolto 97 Comuni capoluogo e tutte le Regioni in cui è prevista l’elezione diretta del presidente, escludendo quelle in cui si è appena votato o in cui il sindaco è decaduto. Le interviste, condotte tra aprile e giugno 2025, sono state realizzate con metodologia mista (CATI e CAWI) su un campione rappresentativo per età, genere e area geografica.
Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia – 66,5%)
Luca Zaia (Veneto – 66%)
Alberto Cirio (Piemonte – 59%)
Eugenio Giani (Toscana – 58%)
Roberto Occhiuto (Calabria – 58%)
Renato Schifani (Sicilia – 56%)
Vincenzo De Luca (Campania – 54,5%)
Michele De Pascale (Emilia-Romagna – 54%)
Stefania Proietti (Umbria – 52%)
Attilio Fontana (Lombardia – 52%)
Francesco Acquaroli (Marche – 50,5%)
Marco Fioravanti (Ascoli Piceno – 70%)
Michele Guerra (Parma – 65%)
Vito Leccese (Bari – 61%)
Gaetano Manfredi (Napoli – 61%)
Mattia Palazzi (Mantova – 60%)
Paolo Calcinaro (Fermo – 60%)
Mario Conte (Treviso – 60%)
Pierluigi Biondi (L’Aquila – 60%)
Clemente Mastella (Benevento – 59%)
Jamil Sadegholvaad (Rimini – 59%)
Valeria Cittadini (Rovigo – 59%)
Chiara Frontini (Viterbo – 59%)
Alan Fabbri (Ferrara – 59%)
Beppe Sala (Milano – 59%)
Massimo Mezzetti (Modena – 59%)
Le grandi città: chi sale e chi scende
Tra i sindaci delle metropoli, Sara Funaro (Firenze) con il 55% si attesta al 34° posto. Seguono Matteo Lepore (Bologna, 53,5%) in 58ª posizione, Stefano Lo Russo (Torino, 50,5%) in 72ª, mentre Roberto Gualtieri (Roma), con un 47%, risale qualche posizione rispetto all’anno scorso ma resta fermo all’89° posto. Un dato che fotografa la difficoltà, per chi amministra grandi città, di reggere l’urto di aspettative altissime e problemi strutturali radicati.
In definitiva, il Governance Poll 2025 mette in luce una verità politica spesso ignorata: la forza del governo locale è nella sua prossimità ai cittadini. Ma proprio questa prossimità può trasformarsi in una trappola se non sostenuta da strumenti concreti e risorse adeguate. E in un clima di generale disaffezione verso la politica, i sindaci e i governatori più amati non sono necessariamente quelli più visibili, ma quelli percepiti come più affidabili.
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