Napoli – Un messaggio di rinascita, resilienza e speranza ha attraversato ieri le mura della Casa Circondariale di Poggioreale “Giuseppe Salvia”, dove si è svolta la presentazione del libro Le mie orecchie parlano di Alessandro Coppola, arricchito dal contributo del noto artista Geolier.
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L’iniziativa, promossa dall’associazione “Liberi di Volare”, rientra nell’ambito del laboratorio di scrittura creativa attivo all’interno dell’istituto penitenziario, con l’obiettivo di offrire ai detenuti strumenti di espressione e riflessione, in un percorso di recupero umano e sociale.
A sostenere l’evento il direttore del carcere, Stefano Martone, da sempre promotore di iniziative che valorizzino la funzione rieducativa della pena.
«Il mondo penitenziario è troppo spesso dimenticato», ha dichiarato Luigi Castaldo, vicepresidente della Confederazione Sindacati Penitenziari (CON.SI.PE), intervenuto all’incontro.
«Oggi, la testimonianza autentica dell’autore ha acceso una luce nei cuori dei detenuti, portando un messaggio potente: si può rinascere anche nella sofferenza».
La storia di Coppola e il sostegno di Geolier
Affetto da gravi patologie, Alessandro Coppola ha trasformato il suo vissuto in un racconto di forza e determinazione, dedicato a chi non smette di credere nei propri sogni, nonostante limiti e difficoltà.Nel libro scrive: «Tutto è SuperAbile».
Tra le pagine del volume anche un messaggio firmato da Geolier, il rapper napoletano amatissimo dai giovani:
«E alla fine del mondo vincerà chi avrà creduto in qualcosa, e perderà chi ha temuto qualcosa. Ma in entrambi i casi avrai corso in questa infinita gara che si chiama vita».
Prossima tappa: Rione Sanità
Il percorso di testimonianza e dialogo proseguirà il 17 luglio, quando Coppola incontrerà i giovani in messa alla prova accolti presso la casa “Liberi di Volare” al Rione Sanità, guidata da don Franco Esposito. Un altro tassello per costruire ponti tra chi vive ai margini e la comunità esterna.
«La vicinanza tra il mondo libero e quello carcerario è il miglior antidoto alla recidiva», ha aggiunto Castaldo.«E un potente strumento per un reale reinserimento sociale».
L’appello del sindacato penitenziario
Il vicepresidente della CON.SI.PE ha infine lanciato un appello: «L’apertura del carcere alla società civile è l’unica vera arma per combattere l’abbandono in cui versa il sistema penitenziario. Ma per renderlo possibile, servono investimenti concreti in personale e strutture. Solo così si potrà garantire sicurezza e dare piena efficacia alla missione del Corpo di Polizia Penitenziaria».
La CON.SI.PE ha ribadito l’impegno a sostenere iniziative culturali e formative che restituiscano voce, dignità e possibilità a chi, pur dietro le sbarre, non ha smesso di credere in una seconda possibilità.
Articolo pubblicato il giorno 4 Luglio 2025 - 15:47