La notizia in breve
- Thiago Elar, tiktoker lombardo di 27 anni, è morto per cause naturali dopo un ricovero in clinica psichiatrica, lasciando un'eredità di vulnerabilità.
- I suoi ultimi video esprimevano malinconia e attesa per un "posto migliore", suscitando domande sulla sua morte, mentre il necrologio ha deluso chi lo conosceva come Thiago.
È morto all’età di 27 anni Thiago Elar, tiktoker lombardo seguito da migliaia di persone per il suo racconto diretto e senza filtri della sua vita, dalla sofferenza psicologica e da una profonda ricerca di identità.
A dare la notizia è stata la famiglia, attraverso un necrologio pubblicato sui canali locali. Thiago – all’anagrafe ancora registrato come Lisa El Arbaoui – era ricoverato da tempo in una clinica psichiatrica a Treviglio. Le cause del decesso, si apprende, sono state naturali.
Una figura fragile ma potente
Per chi lo seguiva su TikTok, Thiago era molto più di un semplice content creator. Era diventato un simbolo di vulnerabilità mostrata senza vergogna, un ragazzo che non nascondeva il proprio dolore, né le difficoltà legate all’identità transgender, ai disturbi alimentari, alla solitudine.
I video (spesso numerosi), pubblicati anche a distanza di poche ore, erano una sorta di diario aperto, uno spazio in cui raccontava il suo vissuto dentro la clinica, il difficile rapporto con la famiglia, il desiderio di essere chiamato con il nome che sentiva suo: Thiago.
Il video dell’addio?
Tra gli ultimi contenuti pubblicati da Thiago sui social, ce n’è uno che ha colpito profondamente. Seduto nel letto della struttura come sempre, con voce pacata ma carica di stanchezza, diceva:
“Sono ancora qui. Domani ho appuntamento col medico, che mi manderà in un posto migliore.”
In un altro video, ancora più enigmatico, aggiungeva:
“Sto aspettando di andare in un posto… mi porterà alla fine dei miei giorni, probabilmente.”
Cosa voleva dire Thiago, intendeva una nuova clinica, o altro? Nulla lascia supporre gesti estremi. Il tono era malinconico, ma lucido. Le frasi restano sospese, aperte a molteplici interpretazioni.
Ufficialmente, si parla di “cause naturali”. Eppure, la combinazione di questi messaggi, il momento in cui sono stati condivisi ha lasciato un senso di sospensione. Non si tratta nè di sospetti, nè di accuse, piuttosto, di quella sensazione sospesa che resta quando la narrazione si interrompe all’improvviso e alcuni dettagli sembrano non voler emergere.
Un silenzio che pur nel rispetto della privacy non aiuta a dissipare le domande.
Anche il necrologio, che riportava il deadname (“Lisa”), ha sollevato reazioni di delusione tra coloro che lo conoscevano come Thiago e che sapevano quanto fosse importante per lui essere riconosciuto nella propria identità.
La domanda che resta
Non ci sono indagini aperte, né elementi che facciano pensare a qualcosa di diverso da una morte naturale. Ma ciò che resta, per chi lo seguiva e lo ascoltava ogni giorno, è una sensazione di incompiutezza. Di qualcosa che si è spento troppo presto, e troppo in silenzio.
I funerali si svolgeranno domani mercoledi 23 luglio , alle ore 15,nella chiesa di Osio Sotto.
Articolo pubblicato da Sara Mareschi il giorno 22 Luglio 2025 - 19:10
E’ veramente triste sentire di questa notizia, Thiago era un ragazzo che ha condiviso tanto con tutti noi, non è giusto che se ne sia andato così presto. La sua storia avrebbe dovuto avere più spazio e attenzione.
Hey TH, abbiamo parlato molte volte, purtroppo capivo il tuo dolore . Eravamo su una stessa zattera ma tu molto più grave di me. Abbiamo parlato di tante cose, spesso mi ripetevi che ti sentivi figlio di nessuno…emozioni che anche io provo. Voglio solo dirti una cosa che a quanto pare non ho fatto in tempo, “Sei la forza che il mondo da a pochi”. Quella forza ti ha portato e tenere duro e lottare anche con l’ultimo respiro a venire a mancare non il 10…come volevano indicarti i medici!
Speso non veniamo capiti, e noi stessi sprofondiamo ancora di più in noi…nulla ha più valore, nulla ha più senso…la tristezza il dolore di non sentire la famiglia…è brutto, e tu sapevi anche la mia storia ‘genitori adottivi…abusi, maltrattamenti…’ e poi ti sbattono in strutture, per rimediare al peso che potrebbe essere per loro averti in casa.
Thiago, io ti ho capito molte volte ti posso salutare soltanto dicendo…”Continua a cantare le tue canzoni…e fai brillare la notte. un abbraccio amico mio”