Nel York– Si inginocchia e prega subito dopo la lettura della sentenza: Sean Combs, noto al mondo come Puff Daddy o Diddy, ha appena evitato l’ergastolo.
Il celebre cantante dell’hip-hop è stato condannato a una pena fino a 20 anni di carcere per reati minori legati alla prostituzione, ma assolto dalle accuse più gravi di traffico sessuale e associazione a delinquere, che avrebbero potuto costargli la condanna a vita.
Il verdetto è arrivato al termine di un lungo e mediatico processo federale che ha scosso l’industria musicale e fatto crollare l’immagine pubblica di Combs: artista pluripremiato ai Grammy, imprenditore della moda, volto di brand internazionali e star dei reality.
La giuria, composta da otto uomini e quattro donne, ha riconosciuto la sua responsabilità per aver trasportato su voli privati fidanzate e prostitute a pagamento per incontri sessuali, in violazione delle leggi federali.
Decisiva, invece, l’assoluzione per le accuse più pesanti: secondo l’impianto accusatorio, Combs avrebbe usato la sua influenza per costringere le sue partner a prendere parte a incontri sessuali multipli, spesso alimentati da droga e coercizione. Un quadro respinto dalla difesa, che ha sostenuto la natura consenziente delle relazioni e la mancanza di prove sufficienti per configurare il reato di traffico di esseri umani.
Puff Daddy resta in carcere in attesa del verdetto definitivo
Il giudice Arun Subramanian non ha ancora fissato la data della sentenza definitiva. Intanto, la procura ha già annunciato l’intenzione di chiedere il massimo della pena prevista, venti anni di reclusione. Di tutt’altro avviso la difesa, che ha chiesto una condanna contenuta entro i due anni.
Per Combs si tratta comunque di una svolta giudiziaria drammatica, destinata a lasciare il segno su una carriera costruita sull’immagine di successo, potere e glamour.
Articolo pubblicato il giorno 3 Luglio 2025 - 06:50