Salerno– Un duro j’accuse scuote la politica e le istituzioni salernitane. La Fondazione Angelo Vassallo, intitolata al “Sindaco Pescatore” assassinato nel 2010, punta il dito contro il Partito Democratico e il Comune di Pollica per la loro assenza nei processi “Strade Fantasma” e “Due Torri Bis”.
A parlare sono il presidente Dario Vassallo e il vicepresidente Massimo Vassallo, che non risparmiano critiche: “Chi ha tradito Angelo ora faccia i conti con la verità”.
Il sequestro di 2,7 milioni di euro a un ex funzionario della Provincia di Salerno, accusato di possedere un patrimonio sproporzionato – ville su tre livelli, terreni, una casa sul mare – è per i Vassallo “solo l’inizio”.
“È la conferma che Angelo aveva ragione”, dichiarano, riferendosi alle denunce del fratello contro il sistema delle “Strade Fantasma”, un intreccio di malaffare che, secondo loro, costò la vita al sindaco di Pollica. “Angelo lo denunciò per primo, quando nessuno osava. Noi abbiamo portato documenti in Procura, ci siamo costituiti parte civile, ma le istituzioni politiche sono rimaste in silenzio”.
Il PD, partito di cui Vassallo era tesserato, non si è mai costituito parte civile nei processi, né a livello nazionale, regionale o provinciale. Stessa scelta per il Comune di Pollica, guidato dal sindaco Stefano Pisani.
“Perché questa assenza?”, incalzano i fratelli Vassallo. “Avevate paura? Dovevate proteggere qualcuno? Angelo non era uno di voi? Non è stato ucciso con la tessera del PD in tasca? La vostra assenza pesa come le pallottole che lo hanno colpito”.
I processi hanno visto indagati nomi di spicco: Angelo Villani, ex presidente della Provincia, Franco Alfieri, assessore ai lavori pubblici, e l’imprenditore Giovanni Citarella. “Solo la Fondazione ha avuto il coraggio di sedersi dalla parte della giustizia”, sottolineano Dario e Massimo, che denunciano un “muro di omertà istituzionale” durato quindici anni.
Il sequestro, per loro, è “una breccia” verso la verità, ma non la fine: “La giustizia per Angelo è lenta, ma non si ferma. A novembre si vota, e ognuno si assumerà le proprie responsabilità”.
La Fondazione, unica realtà pubblica a costituirsi parte civile, porta avanti la promessa fatta alla madre e al fratello: “La storia non si cancella, la memoria non si compra. Angelo non è morto invano. Pagheranno tutto e tutti”. Un monito che risuona forte, in attesa che la giustizia faccia il suo corso.
Articolo pubblicato da A. Carlino il giorno 28 Luglio 2025 - 14:17

Collaboratore di lunga data di Cronache della Campania
Da sempre attento osservatore della società e degli eventi.
Segue la cronaca nera. Ha collaborato con diverse redazioni.
Lascia un commento