Napoli– In un’estate sempre più rovente, il diritto al fresco rischia di diventare un privilegio, specie nelle periferie urbane. È il messaggio forte che arriva da Legambiente, protagonista oggi a Napoli, in piazza Montesanto, della seconda tappa della campagna nazionale “Che caldo che fa! Contro la cooling poverty: città + fresche, città + giuste”.
Durante il flash mob – al quale hanno partecipato anche la vicesindaca Laura Lieto e rappresentanti delle municipalità – l’associazione ha acceso i riflettori sulla cooling poverty, ovvero l’impossibilità per ampie fasce della popolazione di accedere a condizioni climatiche vivibili, aggravata dalla crisi climatica in corso.
“Il clima non aspetta: servono politiche urgenti per garantire l’accesso al raffrescamento, soprattutto alle famiglie vulnerabili. Il diritto a un ambiente sano non può essere un privilegio”, ha dichiarato Mariateresa Imparato, responsabile Giustizia climatica di Legambiente.
Secondigliano rovente, il Vomero (relativamente) più vivibile
Nel corso dell’iniziativa, Legambiente ha presentato i dati di 34 termografie effettuate tra l’1 e il 2 luglio nei quartieri Vomero e Secondigliano. L’analisi – che ha considerato temperatura dell’aria e del suolo, presenza di verde, ombreggiatura e infrastrutture – ha rivelato forti disuguaglianze climatiche tra i due quartieri.
Al Vomero, quartiere collinare con un reddito medio superiore ai 41.000 euro annui, la temperatura media dell’aria registrata è stata di 36,6°C, con un picco al suolo di 76,2°C nei pressi di una fontanella in piazza Medaglie d’Oro.
Il parco Mascagna ha fatto registrare temperature più basse (27°C al suolo, 32,4°C nell’aria), a dimostrazione dell’efficacia del verde urbano. Ben ombreggiate e accessibili anche via Luca Giordano e Villa Floridiana. Tra le aree più critiche, l’ingresso del pronto soccorso del Santobono: oltre 60°C sull’asfalto e 42,9°C nell’aria.
A Secondigliano, quartiere popolare della periferia nord con un reddito medio di circa 17.000 euro annui, la temperatura media dell’aria è salita a 39,7°C, con punte di 81,2°C al suolo nell’area giochi del parco San Gaetano Errico, privo di ombreggiatura e irrigazione adeguate.
In via Dante, dove è presente un solo albero, si sono toccati 36,3°C nell’aria e 34,7°C al suolo.
Anche le infrastrutture parlano chiaro: il Vomero conta 99 aree verdi, una piscina, 4 fontane, 3 portici e una rete capillare di trasporto pubblico (3 metro, 3 funicolari, 22 fermate bus). A Secondigliano, invece, solo 6 aree verdi, nessuna fontana, né piscina o coperture artificiali, e 12 fermate bus.
Le 6 proposte di Legambiente al Comune di Napoli
Per contrastare le disuguaglianze climatiche nei quartieri più fragili, Legambiente ha rivolto all’amministrazione comunale sei proposte operative:
Governance climatica integrata: istituire una Strategia e un Piano di Adattamento con un Ufficio Clima dedicato.
Regolamento edilizio sostenibile: da affiancare al nuovo PUC, con obbligo di superfici permeabili, risparmio idrico e uso di materiali riflettenti.
Piano del Verde Urbano: puntare su forestazione urbana, connessioni ecologiche e manutenzione innovativa delle aree esistenti.
Interventi coordinati con aziende di servizi: più ombra alle fermate bus con tende, alberi e pensiline fotovoltaiche; potenziamento delle fontanelle e sistemi di nebulizzazione.
Centri di raffrescamento: naturali o artificiali in ogni quartiere.
Approccio integrato all’adattamento climatico: identificare e sostenere le aree urbane più vulnerabili, evitando che la crisi ambientale amplifichi le disuguaglianze sociali.
La campagna “Che caldo che fa!” – già passata per Roma – proseguirà nei prossimi giorni con tappe a Bologna, Milano e Palermo, portando avanti la battaglia per una città più fresca, equa e resiliente.
Articolo pubblicato il giorno 8 Luglio 2025 - 16:37
Leggendo dell’iniziativa di Legambiente, mi chiedo se veramente le proposte siano sufficienti a risolvere i problemi climatici delle periferie. E’ chiaro che la differenza tra Vomero e Secondigliano è enorme e urgente. Bisogna agire.