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Clan Mazzarella, il boss Barattolo aveva la gestione del traffico di stupefacenti

Smantellate le sei piazze di spaccio del clan Mazzarella



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Il clan Mazzarella aveva una gestione capillare delle piazze di spaccio di stupefacenti nel centro città e in parte nella periferia orientale.

Piazze di spaccio gestite in maniera militare con ruoli ben definiti e con  “le quote” da versare al boss reggente Luciano Barattolo che tra l’altro gestiva in proprio una piazza al Connolo sua zona di residenza.

Sono sei le piazze di spaccio individuate e smantellate  grazie all’indagine della Squadra Mobile di Napoli sotto il coordinamento della Dda di Napoli che ha portato alle 25 misure cautelare due giorni fa.


In cima alla catena di comando, secondo gli inquirenti, c’era Luciano Barattolo, nipote diretto del boss Vincenzo Mazzarella, in quanto figlio della sorella Giuseppina Mazzarella, ritenuto il boss reggente del clan.

Le piazze di spaccio smantellate:

  1. Connolo – Gestita da Luciano Barattolo
    Ritenuto il reggente del clan, Barattolo era direttamente coinvolto nello spaccio. Aveva la disponibilità di un appartamento in cui Francesco Piscopo confezionava la droga, collegato con un sistema di videosorveglianza alla sua abitazione.
    Droga e un’arma sono stati ritrovati nell’edificio dove risiede, nascosti nel vano ascensore.
    Tra i suoi collaboratori figurano:

    • Emanuele Amoroso

    • Gaetano Galiero

    • Francesco Piscopo

    • Pietro Uliano
      Barattolo aveva inoltre contatti con esponenti del clan Papale/Ascione di Ercolano, come Di Bartolomeo, con cui discuteva di forniture di stupefacenti, e di creare un “ponte” per traffici più ampi, anche con telefoni criptati.

  2. Rione Luzzatti – Diretta da Cristian Nunziata
    Questa piazza era radicata nel popolare rione e diretta da Cristian Nunziata, figura di spicco nella rete di distribuzione. È una delle postazioni principali individuate dall’inchiesta.

  3. Via Carbonara – Gestita dalla famiglia Buonerba
    Punto nevralgico per il centro cittadino, era sotto il controllo della famiglia Buonerba, che secondo gli investigatori agiva con modalità autonome ma allineate alla rete mafiosa.

  4. Mercato Ricoli (Zona Case Nuove) – Gestita da Salvatore Carnevale e Vincenzo Scando
    La zona del mercato veniva controllata da Salvatore Carnevale e Vincenzo Scando, considerati i referenti per lo spaccio in quell’area e collegati anche ad altre forniture, tra cui quelle destinate al gruppo Malinowsky/Sorrentino.

  5. Connessioni con Malinowsky Pavel Andrzej e Sorrentino Davide
    Nonostante il numero limitato di affiliati, l’indagine ha evidenziato alcune forniture verso Pavel Malinowsky e Davide Sorrentino, anche se non sono emersi elementi sufficienti a configurare un’associazione criminale formalizzata.

  6. Gestione autonoma da parte di Nappi Catia e Rinaldi Giuseppe
    In un altro segmento dello spaccio, operavano Catia Nappi e Giuseppe Rinaldi, con un’attività ritenuta autonoma e di breve durata, ma comunque inserita nel contesto criminale monitorato.

Un sistema gerarchico e militarizzato

Tutte le piazze operavano secondo un sistema gerarchico e compartimentato: ruoli precisi, orari e turnazioni, e una parte dei proventi destinata al vertice del clan. Nonostante la mancanza di una struttura unitaria formalmente organizzata in alcune realtà, gli inquirenti hanno ricostruito un disegno coerente e funzionale al controllo del narcotraffico sul territorio.

L’indagine, sviluppata in mesi di intercettazioni, appostamenti e sequestri, ha consentito di disarticolare una rete ramificata, che si avvaleva anche di strumenti tecnologici come la videosorveglianza e cellulari criptati per evitare i controlli.

L’inchiesta, grazie anche alle dichiarazioni di tre pentiti eccellenti ma soprattutto al lavoro certosino di intercettazioni ambientali, telefoniche e visive rappresenta un duro colpo per la storica cosca dei Mazzarella, uno dei clan più radicati e strutturati nella geografia criminale di Napoli.

Nelle mille pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Gianluigi Visco si fa la storia criminale della potente famiglia, con i legami, gli scontri, gli affari, gli investimenti. Insoimma tutto quello che ha fatto dei Mazzarella una holding criminale di “serie A” per dirla con le parole del Procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri.

 

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato il giorno 11 Luglio 2025 - 22:13


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