Silenzio e musica per la pace a Gaza
Nel silenzio di una sera d’estate, tra le colline del Cilento, la musica si è fermata. Sabato, durante il suo concerto al Cilento Etno Festival, l’artista israeliana Noa ha sospeso la propria esibizione per lasciare spazio al suono delle campane.
Rintocchi che, da nord a sud, hanno attraversato l’Italia per dire basta alla guerra, in una mobilitazione nazionale per Gaza. E in quel momento, a Torre Orsaia, la scena è diventata testimonianza.
La voce di Noa si è fatta silenzio. Le mani abbassate, gli occhi chiusi. Nessuna nota, nessun applauso. Solo rispetto, ascolto e un messaggio che ha toccato ogni angolo della piazza. “La musica unisce, ma oggi il silenzio dice ancora di più. Siamo tutti chiamati a dire basta.” Poche parole, cariche di verità, di una potenza che va oltre ogni spartito.
Il pubblico, emozionato e composto, ha capito subito che non si trattava di una pausa. Era un momento condiviso, di coscienza e di umanità, che ha trasformato un festival in un rito collettivo di consapevolezza. In tempi segnati da lacerazioni e conflitti, anche una serata musicale può diventare spazio politico, gesto di resistenza, atto di speranza.
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L'articolo parlano di un momento molto significante, ma non capisco perchè la musica doveva fermarsi. La guerra è una cosa seria, pero' anche la musica è importante per le persone. Forse avrebbero potuto fare entrambe le cose insieme.