Napoli – Dopo la retata del 2022, la Corte d’Appello conferma la solidità dell’inchiesta: boss, capipiazza e pusher subiscono pene severe, nonostante alcune riduzioni. Il verdetto colpisce duramente il sistema affaristico-criminale basato sullo spaccio di stupefacenti.
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Fiumi di droga e un giro d’affari milionario: è questo il quadro emerso dall’inchiesta sul clan Sautto-Ciccarelli che ha gestito il traffico di stupefacenti nel Parco Verde di Caivano. Dopo la maxi retata del 2022 e le pesanti condanne in primo grado, si è concluso anche il processo d’appello, che ha sostanzialmente retto l’impianto accusatorio.
La Corte d’Appello ha emesso ben 41 condanne, per un totale di oltre 330 anni di reclusione, infliggendo un duro colpo all’organizzazione criminale.
Nonostante alcuni imputati abbiano ottenuto riduzioni di pena grazie a patteggiamenti, al riconoscimento delle attenuanti generiche o al vincolo della continuazione con altre sentenze, la giustizia ha colpito in maniera significativa.
Il sistema affaristico-criminale del Parco Verde era basato sullo smercio di diverse tipologie di droga: cocaina, crack, eroina, hashish e marijuana, che rifornivano non solo le piazze direttamente gestite dal clan, ma anche altri narcos attivi nelle province di Napoli e Caserta. Fondamentale, secondo gli inquirenti, anche il ruolo delle donne all’interno della rete di spaccio.
L’elenco delle condanne in appello
- Nicola Sautto: 24 anni (aumento di 4 anni rispetto ai precedenti 20)
- Vincenzo Bellezza: 19 anni (in continuazione)
- Rosa Amato: 18 anni (in continuazione)
- Cristofaro Iuorio: 18 anni
- Salvatore Spatuzzi: 14 anni e 8 mesi (in continuazione)
- Mariano Vasapollo (pentito): 14 anni (in continuazione)
- Antonio Cozzolino: 12 anni e 8 mesi (in continuazione)
- Pietro Iuorio: 12 anni e 4 mesi (in continuazione)
- Pasquale Spatuzzi: 12 anni (in continuazione)
- Gennaro Oriunto: 10 anni e 10 mesi
- Sonia Brancaccio: 10 anni e 8 mesi (difesa dall’avvocato Leopoldo Perone)
- Claudio Emmausso: 10 anni (in continuazione)
- Michele Esposito: 9 anni e 4 mesi
- Vincenzo Faiello: 9 anni e 4 mesi
- Gennaro Sautto: 9 anni e 4 mesi (in continuazione)
- Diego Mirti: 9 anni e 9 mesi (in continuazione)
- Francesco Sponzilli: 9 anni e 6 mesi (in continuazione – difeso dall’avvocato Leopoldo Perone)
- Veronica Treglia: 9 anni
- Natascia Di Bartolo: 8 anni e 2 mesi (in continuazione)
- Antonio Ausanio: 6 anni e 8 mesi
- Cristina Ralvoni: 6 anni e 6 mesi
- Giulio Angelino: 6 anni (conferma della condanna)
- Vincenzo Angelino: 6 anni (conferma della condanna)
- Andrea Falco: 6 anni
- Salvatore La Malfa: 6 anni (conferma della condanna)
- Arsenio Savarese: 6 anni (conferma della condanna)
- Raffaele Scherma: 6 anni (conferma della condanna)
- Salvatore Sarnelli: 5 anni e 8 mesi
- Giuseppe Serino: 5 anni e 4 mesi (in continuazione)
- Savana Moscardino: 4 anni e 8 mesi
- Vincenzo Iuorio (pentito): 4 anni e 6 mesi
- Gaetano De Gennaro: 4 anni e 5 mesi
- Pasquale De Gennaro: 4 anni e 5 mesi
- Nunzia Caruso: 3 anni e 1 mese
- Concetta Leopardi: 3 anni
- Anna Sportiello: 2 anni e 8 mesi
- Luca Dinacci: 7 anni e 2 mesi
- Natascia Moscardino: 7 anni e 4 mesi
- Gennaro Oliviero: 7 anni e 4 mesi (in continuazione)
- Emanuele Sorio: 7 anni e 4 mesi (in continuazione – difeso dall’avvocato Rocco Maria Spina)
- Arturo Storico: 7 anni e 4 mesi (in continuazione)
La Corte d’Appello ha fissato in 60 giorni il deposito delle motivazioni della sentenza, che forniranno ulteriori dettagli sulle ragioni delle condanne e delle eventuali riduzioni di pena.
Articolo pubblicato il giorno 8 Luglio 2025 - 06:50
L’articolo parla della sentenza della Corte d’Appello ma non spiega bene come sia possibile che ci siano ancora delle riduzioni di pena per alcuni imputati. Sarebbe utile avere più dettagli sui criteri usati per queste decisioni.