Tra i capannoni abbandonati e i silenzi della zona industriale al confine tra Arzano e Casoria, sotto le rampe dell’Asse Mediano, si nasconde un nuovo simbolo di illegalità e degrado: un vero e proprio cimitero di auto rubate. Carcasse sventrate, pezzi smontati alla perfezione, resti di smontaggi recenti. È il volto più brutale di un fenomeno criminale che continua a colpire l’area a nord di Napoli, trasformando pezzi di terra dimenticata in officine clandestine e parcheggi della paura.
Per raggiungere lo scempio basta imboccare via Pietro Nenni a Casoria e dirigersi verso il vecchio deposito dell’ex ACTP. Qui, dove la vegetazione si confonde con il cemento e il silenzio è rotto solo dai rumori della tangenziale, le squadre di ladri operano indisturbate. Smontano le auto in tempi record, le lasciano cannibalizzate tra i rifiuti oppure le nascondono temporaneamente in attesa di trattative per i cosiddetti “cavalli di ritorno”.
Le denunce non mancano: cittadini esasperati, associazioni ambientaliste e comitati locali lanciano da mesi allarmi inascoltati. Quelle carcasse non sono soltanto prova evidente di un sistema criminale rodato, ma anche lo sfregio continuo a un territorio che chiede sicurezza e rispetto. Il problema è noto, visibile, ma le risposte tardano. Mentre le auto continuano a sparire dalle strade e a riapparire, smontate e abbandonate, tra le sterpaglie.
Articolo pubblicato il giorno 14 Luglio 2025 - 15:35