L’inchiesta “Pomelia” della Procura di Genova che ha smantellato un’altra banda di napoletani specializzata nell’odioso reato di truffe agli anziani prosegue per verificare eventuali altri colpi attribuibili alla banda.
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Una vera e propria “holding” del raggiro, strutturata con ruoli e gerarchie ben definite, 13 persone finite in carcere e che si muovevano come un meccanismo collaudato, sfruttando le fragilità emotive degli anziani per colpire in modo scientifico e spietato.
Le ordinanze di custodia cautelare, firmate dal gip di Genova, scaturiscono da un’indagine serrata che ha ricostruito almeno 43 episodi di raggiro, tra tentativi e colpi andati a segno, per un bottino complessivo stimato in oltre
Le figure apicali
Al vertice dell’organizzazione, secondo quanto emerso dalle carte dell’inchiesta, ci sarebbero Alessandro D’Errico, 36 anni, noto come “Lo zio”, residente ad Atri ai Decumani, e la sua compagna Antonietta Mascitelli, 40 anni, domiciliata all’Arenaccia. Erano loro a coordinare la rete criminale, gestendo ruoli, trasferte e spartizione dei guadagni.
D’Errico, come riporta Il Roma in edicola, avrebbe anche preso parte attivamente alle truffe, vestendo talvolta i panni del “telefonista”, mentre Mascitelli manteneva i contatti con le batterie operative e le vittime.
I ruoli nella banda
Secondo gli inquirenti, l’organizzazione era divisa in comparti: c’erano i telefonisti, gli organizzatori logistici, i corrieri e gli esecutori materiali dei colpi.
Tra i telefonisti compaiono Antonio Frezzetti, Antonio Di Balsamo, Gaetano Taglialatela e Giovanni D’Errico (padre di Alessandro).
Vincenzo Di Balsamo avrebbe avuto il compito di gestire il covo operativo di Pomigliano d’Arco, considerato il quartier generale della banda.
Anna Cafiero si sarebbe occupata della logistica legata al noleggio delle auto per le trasferte al Nord Italia.
, Giovanni Maccarone, Davide Rea, Raffaele Calienno e Pasquale Pecoraro avrebbero composto le “batterie operative”, pronte a colpire sul campo, spostandosi tra diverse regioni.
Le telefonate: la ferocia psicologica del raggiro
Agghiaccianti le intercettazioni delle telefonate tra i truffatori e le vittime. Voci rotte dal pianto, piene di paura.
“Come le posso dare una mano? Io voglio aiutare mio figlio”, si dispera una donna, alla quale un truffatore richiede 8.500 euro, millantando un imminente arresto del figlio per cui “il giudice sta premendo”.
In un’altra telefonata, una complice spiega alla vittima che deve pagare in contanti e che riceverà la somma indietro:
“Signora, lei non ha fatto il bonifico, deve pagare in contanti alla consegna. I soldi le verranno restituiti”.
“Spero che sia così… se no mi devo uccidere”, risponde la donna, disperata.
Un’altra anziana viene invitata a togliersi la catenina dal collo:
“Ha preso tutti gli oggetti in oro? Quanto pesano?”
“215 grammi”, la risposta della vittima.
“Deve prendere tutto, aggiunga tutto quello che ha”.
A chi chiede se può sentire un altro figlio per un consiglio, la risposta è secca:
“Non abbiamo tempo. Ora le mando una mia collaboratrice”.
In una delle intercettazioni tra i componenti della gang, un uomo riferisce:
“Mo che arrivi ci devi cambiare pure il pannolino, sta pieno di soldi. Facciamo una cosa veloce”.
E l’altra risponde:
“Sono a 2.5 km. Mi mancano 12 minuti. Tenetelo al telefono”.
Elenco degli arrestati
Anna Cafiero, 41 anni, di via Ferraris (Napoli)
Raffaele Calienno, 24 anni, di via Vincenzo De Monte (Napoli)
Antonio Di Balsamo, 38 anni, di Pomigliano d’Arco (Napoli)
Vincenzo Di Balsamo, 35 anni, di Pomigliano d’Arco (Napoli)
Alessandro D’Errico, 36 anni, detto “Lo zio”, residente ad Atri ai Decumani (Napoli)
Giovanni D’Errico, 58 anni, padre di Alessandro, residente ad Atri (Napoli)
Antonio Frezzetti, 28 anni, di vico Santi Filippo e Giacomo (Napoli)
Giovanni Maccarone, 29 anni, originario di Palermo ma residente a Pomigliano (Napoli)
Antonietta Mascitelli, 40 anni, di via Andrea Cantelmo (Napoli)
Pasquale Pecoraro, 46 anni, di via Fico al Mercato (Napoli)
Davide Rea, 36 anni, di Ravenna
Gaetano Taglialatela, 24 anni, detto “Tano”, di vico Giganti (Napoli)
Articolo pubblicato il giorno 24 Giugno 2025 - 07:44