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Salviamo il dialetto cilentano: un viaggio culturale nei borghi del territorio

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Prende vita nel cuore del sud Italia un’iniziativa originale e profondamente identitaria: “Salviamo il dialetto cilentano”, un format culturale che punta a tutelare e valorizzare i dialetti locali attraverso eventi itineranti nei borghi del Cilento. L’obiettivo? Preservare un patrimonio immateriale che parla la lingua delle emozioni, della memoria e della storia collettiva.

Una lingua del cuore da proteggere

Ispirandosi alla distinzione dello scrittore Carmine Abate tra “lingua del cuore” e “lingua del pane”, il progetto intende restituire dignità ai dialetti cilentani, considerati codici affettivi e profondamente radicati nell’identità delle comunità. Si tratta di linguaggi appresi nell’infanzia, usati in famiglia e capaci di esprimere sentimenti intensi come rabbia, gioia, amore e nostalgia.

Un mosaico linguistico complesso e unico

Il Cilento custodisce una delle varietà dialettali più complesse della Campania. A differenza del modello napoletano, il dialetto cilentano si caratterizza per la conservazione delle vocali atone, la presenza di un sistema vocalico toscano e, nel Basso Cilento, persino influenze siciliane, galloitaliche, panromanzo e marginali (rumene), come rilevato dal linguista Giovambattista Pellegrini. Una ricchezza che merita attenzione accademica e divulgativa.

Cultura, gastronomia e arte: gli eventi del format

Il format propone una serie di eventi diffusi nei paesi del Cilento, tra letture poetiche e narrative in dialetto, visite a musei della civiltà contadina, escursioni guidate tra toponimi locali e degustazioni di piatti tipici legati a tradizioni orali e nomi dialettali. Un approccio multidisciplinare che unisce antropologia, gastronomia, fitoterapia, archeologia e archivi storici.

Collaborazioni e simboli identitari

Il progetto nasce dalla sinergia tra scrittori, artisti, attori e appassionati di cultura cilentana, con il sostegno di enti locali e associazioni.

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Tra i partner principali figurano il Comune di Vallo della Lucania, l’Istituto musicale Goitre, la Comunità Montana “Gelbison e Cervati” e il canale YouTube *Kairòs* diretto da Angelo Cortazzo. Simbolo visivo dell’iniziativa è un quadro del pittore Mario Romano di Gioi, che ritrae contadini cilentani durante la mietitura, con un bambino in primo piano intento a leggere, e il Monte Stella sullo sfondo.

Prossima tappa: S. Barbara di Ceraso – 8 giugno 2025

Il terzo appuntamento del format si terrà domenica 8 giugno a S. Barbara di Ceraso, presso l’“Euro Bar” in via Del Cenobio. Un’occasione per riportare al centro le frazioni di Ceraso e coinvolgere il pubblico in un pomeriggio di riflessione, teatro, musica e gastronomia.

Un pomeriggio di parole, identità e comunità

Dopo i saluti del vicesindaco Antonio Cerullo, lo psichiatra e antropologo Luigi Leuzzi presenterà il suo volume *Il Cilento che resta*, un’analisi appassionata del patrimonio culturale cilentano. A seguire, il linguista Aniello Amato esplorerà il ruolo dei dialetti nella società italiana contemporanea, mentre l’architetto Remigio Cammarano parlerà della toponomastica locale.

Teatro, musica e sapori cilentani

Il programma proseguirà con sketch teatrali tratti dalle opere di Lucia Paolino, a cura della regista Anna Fatigati e della compagnia “In Scena!” di Cannalonga. Seguirà un reading di testi teatrali scritti da Simona Ferolla, interpretati da Diana Nese. La serata sarà presentata da Angelo Cortazzo e moderata dalla scrittrice Antonella Casaburi.

Non mancheranno gli intermezzi musicali: Antonietta Speranza (voce), Giacomo Rodio (fisarmonica) e Maurizio Rodio (chitarra) animeranno la serata. In esposizione anche le opere pittoriche di Assunta Giordano. A chiudere, un assaggio di piatti poveri della tradizione contadina offerti dai gestori del bar ospitante.

Un invito alla riscoperta

“Salviamo il dialetto cilentano” è molto più di un’iniziativa culturale: è un invito a riscoprire le radici attraverso la lingua, l’arte e la convivialità. Un viaggio tra le parole antiche che ancora raccontano il presente.

Articolo pubblicato il 3 Giugno 2025 - 11:49 - Gustavo Gentile

Commenti (3)

L’iniziativa di salvaguardare il dialetto cilentano è interessante, ma non so se basta solo organizzare eventi. Magari ci vorrebbe anche un maggiore impegno da parte delle scuole per insegnare la lingua ai giovani.

Concordo sul fatto che le scuole devono fare di più. Anche i genitori dovrebbero parlare di più in dialetto a casa per trasmettere questa tradizione ai bambini.

È vero, il dialetto è importante ma non si deve dimenticare l’italiano. Entrambi devono coesistere, senza che uno prevalga sull’altro per non perdere l’identità culturale.

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