L. DM , il 17enne assassino di Santo Romano
Napoli- Il giovane L.D.M., condannato in primo grado per l’omicidio di Santo Romano, è stato sottoposto nei giorni scorsi a due interrogatori presso l’Istituto Penale Minorile di Casal del Marmo.
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+A riferirlo è l’avvocato Antonino Castorino, difensore di fiducia del ragazzo, tramite una nota che fa luce su nuove contestazioni a carico del suo assistito e su una denuncia presentata dalla famiglia del minore per minacce sui social.
Gli interrogatori, richiesti dalla Procura Minorile di Roma Capitale e dalla Procura dei Minori di Napoli – con la presenza della dottoressa Patrizia Imperato, Procuratore dei Minori di Napoli, in uno dei colloqui – hanno riguardato la detenzione e l’utilizzo di telefoni cellulari in due diversi istituti di pena in cui L.D.M. è stato recluso.
La Procura di Roma ha contestato anche il possesso di un taglierino rudimentale, costruito con uno spazzolino da denti e una lametta da barba.
Il giovane detenuto ha risposto a tutte le domande, assumendosi la piena responsabilità per l’utilizzo degli apparecchi telefonici, ma ha specificato che il taglierino era utilizzato per l’igiene personale e non è mai uscito dalla cella, né è stato pensato per offendere o minacciare alcuno. L’uso dei cellulari in carcere, ha spiegato, era finalizzato a contattare familiari e amici.
L’avvocato Castorino ha precisato che nelle contestazioni mosse al minorenne non vi è alcun tipo di condotta minacciosa o provocatoria, né verso terzi né tantomeno verso la famiglia della vittima.
Parallelamente alle contestazioni, la famiglia del minore detenuto ha presentato una formale denuncia presso la Questura di Napoli. La denuncia riguarda la pubblicazione sui social media di frasi oltraggiose e minacce alla famiglia di Santo Romano, utilizzando profili dall’identità incerta e foto del figlio. La famiglia di L.D.M. intende così censurare e perseguire penalmente chi si rende protagonista di tali “condotte inopportune, spregevoli e penalmente rilevanti”.
L’avvocato Castorino ha sottolineato che il giovane detenuto sta affrontando un “percorso responsabile di redenzione e recupero”, consapevole degli errori commessi e con il pieno sostegno della famiglia e dei legali che lo seguono.
Le vicende che lo hanno coinvolto, e in particolare l’omicidio per cui è detenuto, hanno creato “un dolore incolmabile alla parte offesa, ma anche una profonda sofferenza a lui e alla sua famiglia”.
La difesa ritiene che “abbassare i toni da parte di tutti possa portare a una maggiore serenità anche rispetto alle varie contestazioni successive alla vicenda delittuosa e a fare chiarezza rispetto a determinate condotte che vanno certamente censurate al netto di chi le ha poste in essere, ma la cui competenza e attività di accertamento dei fatti compete all’autorità giudiziaria”.
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