La serata dell’8 giugno al Teatro Grande degli Scavi di Pompei è stata un trionfo di emozioni, risate e commozione: un’edizione finale del Festival del Cinema di Pompei che ha confermato la capacità del cinema di unire storia millenaria e carica contemporanea, regalando al pubblico un’esperienza indimenticabile.
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Sin dall’apertura, l’aria vibrava di attesa: la scenografia naturale delle rovine pompeiane faceva da sfondo a un red carpet di stelle del grande e piccolo schermo. A rompere il ghiaccio è stato il direttore artistico Enrico Vanzina, che ha tributato un caloroso omaggio al lavoro instancabile della presidente Annarita Borelli: “Senza la sua determinazione, contro ogni ostacolo, questo festival non avrebbe mai visto la luce”, ha dichiarato, ricevendo un applauso fragoroso.
La conduzione affidata a Sergio Assise ha poi trasformato la serata in un gioco di ironia e spontaneità. Con la sua simpatia contagiosa, Assise ha dispensato “consigli” al governo affinché sostenga con maggiore forza il cinema italiano: un messaggio enfatizzato da un eloquente “starnuto” in platea, dal quale è risuonato l’ironico “Giuli”, chiosa irresistibile e pungente che non ha mancato di far sorridere (e riflettere) tutti i presenti.
I Premi e i Premiati
La cerimonia di premiazione ha visto protagonisti giovani talenti e nomi celebri:
- Cortometraggi: a conquistare il premio è stato “154”, firmato da Giovanni Storti (del celebre trio Aldo, Giovanni e Giacomo). Un piccolo gioiello che, con pochi minuti di girato, ha saputo raccontare un universo di sentimenti e ironia tipica del suo autore.
- Lungometraggi: ha trionfato un toccante musical franco-vietnamita In the Nguyen Kitchen (Francia) capace di commuovere fino alle lacrime lo stesso Enrico Vanzina, visibilmente emozionato sul palco.
Momento di grande pathos è stato il tributo a Neri Parenti, premiato dallo stesso Vanzina. Due amici di lunga data, Parenti e Vanzina, hanno dialogato con leggerezza e sincerità, condividendo aneddoti dal dietro le quinte e riflessioni sul ruolo del politicamente corretto nella commedia moderna. “Oggi – ha ammesso Parenti – non potrei girare Fantozzi come una volta”, suscitando nostalgia e applausi per le libertà creative di un tempo.
Infine, Luca Ward ha ricevuto un riconoscimento speciale: con la sua voce calda e potente ha intrattenuto il pubblico, raccontando episodi legati a Elisa di Rivombrosa e a Capri, dove anni fa aveva recitato con Sergio Assise. Il suo intervento ha unito musica e memoria, suggellando il legame tra cinema, storia e luoghi.
Spettacoli e Performance Artistiche
L’atmosfera è stata resa ancor più suggestiva da vere e proprie performance dal vivo:
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Domenico Sepe, con la sua “scultura vivente” ispirata al Fauno danzante di Pompei, ha trasformato il corpo umano in materia plastica, rievocando la resilienza dell’arte classica
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L’Orchestra della Banda dell’Esercito Italiano, affiancata dal soprano Lucia Rubedo e dai Soul Food Vocalist, ha accompagnato musicalmente ogni momento clou, offrendo un viaggio emozionale tra colonne sonore cinematografiche e melodie classiche
Premi e Riconoscimenti
La giuria ha assegnato i riconoscimenti principali alle opere migliori:
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Miglior Cortometraggio: 154 di Giovanni Storti (Aldo, Giovanni e Giacomo) (dettagli forniti dall’organizzazione)
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Miglior Lungometraggio: In the Nguyen Kitchen, un coinvolgente musical franco-vietnamita che ha commosso lo stesso Vanzina.
I Premi alla Carriera sono andati a:
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Neri Parenti, celebrato da Enrico Vanzina con aneddoti sul dietro le quinte e riflessioni sul politically correct
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Luca Ward, la cui voce è stata omaggiata con un medley di celebri colonne sonore
Dati e Partnership
Il Festival si è affermato anche come volano per il turismo culturale:
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Partecipazione record: oltre 2.500 presenze
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Coinvolgimento digitale: più di 10.000 interazioni sui social con l’hashtag #SculturaViventePompei
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Collaborazioni istituzionali: partnership con MiC, Regione Campania, Parco Archeologico di Pompei e università locali per workshop e incontri
Tra Critica e Speranza
Sul palco, Neri Parenti ha ricordato i suoi esordi in RAI e l’incontro con Diego Armando Maradona sul set di Tifosi. Entrambi Parenti e Vanzina hanno denunciato l’eccessiva dipendenza del cinema italiano dai fondi pubblici e l’effetto limitante del politically correct sulla creatività
Enrico Vanzina ha lodato i talenti napoletani con cui ha lavorato – dai fratelli De Filippo a Salemme, Izzo e Buccirosso – sottolineando il valore artistico e umano del cinema partenopeo.
Tuttavia, entrambi i registi hanno espresso preoccupazione per l’eccessiva dipendenza dell’industria cinematografica dai finanziamenti pubblici: «Si producono circa 600 film l’anno, ma solo una ventina arrivano nelle sale – ha detto Parenti –. Gli altri sono sostenuti con fondi pubblici, spesso senza una reale valutazione di qualità».
Un’Edizione da Ricordare
La notte finale del Festival del Cinema di Pompei è stata, in ogni sua sfumatura, un inno alla bellezza e alla resilienza del cinema. Tra storie personali, riflessioni sul futuro dell’industria e risate condivise, il pubblico ha potuto respirare un’atmosfera di autentica magia.
Con un caloroso arrivederci, gli organizzatori hanno promesso di tornare l’anno prossimo con nuove sorprese: l’augurio di tutti è che questa serata unica diventi presto un appuntamento fisso nel calendario culturale nazionale.
Articolo pubblicato il giorno 9 Giugno 2025 - 18:05
La serata de l’8 giuno è stata veramente intersante e ha portato molte emozioni. Ho apprezzato molto la conduzione di Sergio Assise che ha saputo intrattenere bene il pubblico con la sua simpatia e ironia, ma anche i premiati sono stati meritevoli.